Tutti cercano strane alleanze…
Adesso che il Nuovo centrodestra si accinge a cambiare nome e a proporre ai suoi un’alleanza col Pd se Renzi accetterà di modificare l’Italicum, anche Quagliariello, dopo la Di Girolamo, si appresta a cambiare partito. Diciamo la verità, il cambio di casacca è ormai diventata una norma in questa legislatura. Generalmente cambiano collocazione coloro che dall’opposizione si dirigono verso la maggioranza. Fu così con la transumanza di Tremonti e di qualche altro senatore verso il governo Berlusconi nel 1994, di Cossiga e Buttiglione verso il governo D’Alema nel 1998, fu così con la formazione del gruppo dei responsabili scilipotiani nel 2010, ma si possono registrare anche corse all’incontrario come quella di Bossi nel 1996, di Bertinotti nel 1998, di Mastella e Dini nel 2008, di Fini nel 2010. Le prime tre per portare il paese a nuove elezioni, cosa che non riuscì alla scissione finiana.
Mai come in questa legislatura abbiamo assistito alla gara di parlamentari che hanno cambiato posizione. Tutti scivolati verso il governo, da quelli del Nuovo centro destra ad alcuni grillini al gruppo verdiniano, a singoli parlamentari. Quagliariello e la Di Girolamo rappresentano l’unica eccezione. Hanno lasciato Berlusconi nell’ordine il suo coordinatore, il suo segretario particolare, il suo ex coordinatore, il suo ex capogruppo alla Camera, ex suoi ministri. I berlusconiani più intimi, che certo hanno sempre tenuto a precisare che non intendevano aderire al Pd. Però questo movimento è avvenuto mentre si approvava una legge elettorale tendenzialmente bipolare, che lo sia tra Pd e Grillo o tra Pd e Centro destra unito, poco importa. Resta il fatto che tutti, aggiungiamoci anche Fitto, si sono mossi come se l’Italicum non ci fosse. O meglio, come se fosse scontata la sua modifica. È probabile che un trasferimento del premio di maggioranza dalla prima lista alla prima coalizione (reintroducendo così il sistema delle alleanze) sia nelle cose. Certo bisogna che sia d’accordo anche Renzi. Lo ha promesso prima del grande spostamento di parlamentari dal centro-destra al centro-sinistra?
Non sono così sicuro che lo abbia garantito. Facciamo due conti. Il premio alla coalizione non avvantaggia Grillo. Il suo movimento non è coalizzabile. Certo è visto con favore dal centro destra visto che permetterebbe a Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, più varie ed eventuali, di presentarsi ognuna con le proprie liste. E in Italia si sa che più liste portano più voti. Devo ancora capire bene se questo cambiamento avvantaggi anche il Pd. Certo il Pd da solo rischia di andare al ballottaggio perché il 40% non pare alla sua portata. E un ballottaggio con i Cinque stelle é sempre a rischio di effetti parmigiani. Ma con chi potrebbe allearsi il Pd per tentare di vincere al primo turno? Certo con Alfano, eventualmente con una lista socialista e laica. Ma questa alleanza gli può permettere di evitare il ballottaggio? A mio avviso il silenzio di Renzi sul tema non è casuale. Sta calcolando…
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