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Guerra, non guerra

18 Novembre 2015 928 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Renzi sostiene che non siamo in guerra. C’è da credergli perché in questo momento la guerra all’Isis la stanno combattendo solo Francia e Russia. Poi certo è scattato quell’articolo del Trattato Ue in base al quale un paese attaccato può chiedere il supporto degli altri, ma il ministro Gentiloni ha precisato che ancora non se ne capiscono gli effetti concreti. Siamo o non siamo in guerra, resta il fatto che il Califfato, o Daesh o stato islamico che dir si voglia, resta lì, tra Siria e Iraq, sia pur bombardato. E finanziato da sceicchi e da aziende ed enti di paesi che lo aiutano così a resistere. Ma basterà chiudere i rubinetti, se ci si riesce, perché i fondi sono naturalmente anonimi e versati in società coperte, e qualche bomba, che purtroppo finisce anche per fare morti innocenti, per debellare l’Isis?

Pensiero elementare. Visto che l’Isis ha dichiarato guerra al mondo, perché il mondo non si unisce per combatterla? Quanto potrebbe resistere? Poi è vero che anche una volta riconquistato il territorio dello stato islamico non si sarebbe definitivamente risolto il problema. Può essere che singole cellule impazzite e avvelenate si scaglino ancora contro di noi. Ma non avrebbero più il supporto economico e strategico, la possibilità di predisporre di piani e obiettivi che quello stato da quel territorio prepara. E darebbero a tutti gli islamisti il segno non già della vittoria, ma dello sfacelo. Ma il mondo dove sta? E dove stanno le organizzazioni delle Nazioni Unite, dove sta la Nato? Scartiamo subito quest’ultima perché si è giustamente deciso di coinvolgere la Russia. Ma l’Onu?

Cosa dichiara Ban Ki Moon? Ammesso che dichiari, nessuno lo riprende. Pensiamo alla differenza con la prima guerra del Golfo quando fu l’Onu a intavolare le trattative con il regime di Saddam e poi a dichiarare la legittimità della guerra. Da allora ad oggi solo sull’Afghanistan l’Onu si è mossa. Non l’ha fatto sulla Bosnia (dove intervenne la Nato) né sull’Iraq. Sulla Siria è desaparecida è così pure sulla Libia. É inutile invocarla anche se sarebbe molto utile. L’Ni è diventata come Araba fenice, che si sia ciascun lo dice…. Oggi non esiste un coordinamento, forse è nato solo dal G20, e ogni paese bombarda, non bombarda, si assenta, senza una strategia militare né politica. La Turchia colpisce Isis e curdi, gli Usa Assad e Isis, la Russia Isis e resistenza ad Assad, Parigi pare abbia dato un svolta. Speriamo.

Quel che continuo a non capire è la posizione del governo italiano. Capisco la prudenza anche in previsione del Giubileo. Comprendo la mediazione anche per la particolare configurazione geografica del nostro paese. Renzi però continua a sbagliare il paragone. Sostiene che un intervento contro l’Isis può generare gli effetti di quello messo in atto contro Gheddafi. Che qualcuno però gli spieghi, visto che il paragone è ricorrente, che in Libia si è abbattuto un tiranno che non ci aveva mai attaccato, aprendo la via al terrorismo, laggiù si dovrebbe invece abbattere il terrorismo che ci ha attaccati e preferire il tiranno. Questo ho scritto già diverse volte. Peccato che Renzi non legga l’Avanti…

Mauro Del Bue
Mauro Del Bue
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