Oggi saremo in tutte le piazze
Saremo presenti ovunque si manifesti per i diritti delle coppie etero e omosessuali e dei loro bambini. Saremo presenti perché l’Italia si dia subito una legge equilibrata e giusta che non metta in discussione la cosiddetta stepchild adoption, la possibilità cioè anche per le coppie omosessuali, come già avviene per quelle eterosessuali, di veder riconosciuto il figlio naturale del partner. Saremo a manifestare i nostri principi di laicità e di giustizia che fanno parte della nostra storia e della nostra identità, assieme a tutti coloro che ritengono che una cosa sia la fede, altro la legge.
Vorremmo che in tanti oggi fossero nelle piazze italiane per rispondere al cosiddetto Family day, che vuole negare diritti, mentre noi li vogliamo garantire per tutti. Vorremmo anche sottolineare che un partito politico oggi dovrebbe assumere i diritti come parte integrante della propria costituzione, senza delegarli come “varie ed eventuali” alla libertà dei singoli. E soprattuto oggi, ma anche in occasione delle battaglie sui diritti dei risparmiatori, calpestati dalle banche, o su quelli dei cittadini che lottano contro una giustizia ingiusta e spesso strabica, o nei confronti degli emigrati che tentano di salvare loro stessi e le loro famiglie fuggendo dalla guerra e dalla fame, o dei tanti che sono vittime delle intolleranze e del fanatismo religioso, delle follie e dei crimini dell’islamismo estremo, emerge con forza la mancanza di un forte partito come il nostro, o quanto meno di una grande forza politica che alla nostra direttamente si ispirasse.
Il partito di Loris Fortuna, quello che ha vinto le grandi battaglie di civiltà degli anni settanta, non vive oggi nel Pd né in nessun’altra formazione politica. Quello che univa riformismo e liberalismo, questione sociale e questione democratica, manca tremendamente alla nostra Italia. E manca anche quella tolleranza e quel rispetto che altre forze di tradizione cattolica manifestavano sul tema dei diritti civili. La Dc lasciava libertà di voto ai suoi alleati e anche libertà di trovarsi altre maggioranze in Parlamento, mentre Psi, Psdi, Pri e Pli, ma anche il più timido Pci, assumevano un unico comportamento, favorevole ad approvare leggi di libertà. Oggi pare che le forze cattoliche siano più o meno compatte a negarle e il maggior partito di centro-sinistra, il Pd, lascia invece libertà di voto. Ma la libertà da una coesistenza che non prevede un’identità, è solo ammissione di debolezza. Rivela la mancanza di un’anima, una profonda ragione che unisca i suoi aderenti. È il varco che permette a noi di rilanciare un progetto autonomo.
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