Nudità e libertà
Non é la prima volta che vengono coperte statue che mostrano nudità. Basti pensare a Sisto IV e al fenomeno Braghettoni già ai tempi di Michelangelo. Neppure troppo tempo addietro molte statue vennero coperte ai tempi della vecchia Dc scalfariana. Poi ci ha pensato Berlusconi a coprire con un colpo di pennello (non suo) addirittura un dipinto del Tiepolo che mostrava un seno nudo nel capolavoro Le verità rivelate, collocato nella sala presidenziale, per non indispettire i telespettatori. Quello che è successo in occasione della visita di Ruhani ai musei capitolini ha dunque autorevoli precedenti. Quale la novità? Aver ceduto alla morale di un paese islamico e non difendere la nostra.
Se avesse fatto scandalo la presenza di una donna, avremmo dovuto escluderle tutte dai musei capitolini? E se avesse creato malumore la presenza femminile senza veli avremmo dovuto velarle tutte? E potremmo naturalmente continuare. Il problema è difendere o no la nostra cultura. Cioè la nostra libertà. Se Renzi si recasse in Iran siamo certi che il regime degli ayatollah si adeguerà alla nostra sensibilità ad esempio nel rispetto della vita umana? Scarcererà dunque tutti i dissidenti, sospenderà tutte le numerose esecuzioni. Riaprirà i teatri e i cinema? Si doterà di una stampa libera? Domande retoriche.
Nessuno pretende che il doveroso dialogo, soprattutto oggi che il mondo é attaccato dal terrorismo islamico e alla luce degli opportuni interessi economici italiani, si estenda al rifiuto dei diversi modelli statuali. Anche se il tema dei diritti civili in Iran, come in Arabia Saudita, non può certo sottomettersi alla logica degli affari. Ma almeno non cediamo noi al loro modello culturale. Coprendo le statue e le opere d’arte copriamo anche la nostra coscienza libera.
Mauro Del Bue
Mauro Del Bue
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