Arridatece er forcone…
Come non essere d’accordo col presidente Renzi quando si schiera contro la barbarie del giustizialismo e ricorda che non basta un avviso di garanzia per decretare una condanna e pretendere le dimissiono da un incarico. Quanta acqua è passata sotto i ponti da quando invece un avviso bastava ed avanzava per incolpare, insultare, distruggere un uomo politico. I suoi predecessori, che per la verità si trovano oggi alla opposizione nel suo partito, hanno fatto carne da macello, durante Tangentopoli, di coloro che erano stati semplicemente raggiunti da un provvedimento giudiziario.
Cambiano le epoche e i valori, ma chi non cambia mai è il sempiterno Davigo, alzato al soglio di presidente della Anm, per combattere senza pietà un mondo di corrotti. Davigo lancia la sua ascia di guerra per rinverdire i fasti passati di Mani pulite. Ritiene, come opportunamente e polemicamente ha notato Cantone, la politica tutta marcia e la magistratura tutta sana. Dunque ingaggia una nuova guerra tra il bene e il male come quella di ventiquattro anni fa. Che il presidente del Consiglio sia divenuto una sorta di nuovo Craxi sol perchè ha tagliato le ferie ai magistrati sembra incredibile, visto che sulla nuova legge per la responsabilità civile anche Davigo riconosce che non cambia granchè. Ma la verità è un’altra.
Il conflitto tra politica e magistratura dura dal 1992. Allora l’ordine, non il potere, giudiziario, dichiarò guerra al sistema politico italiano che dopo la caduta del muro di Berlino aveva perso la sua giustificazione politica. E la guerra finí come sappiamo, con democristiani e socialisti morti e comunisti e missini solo feriti di striscio. Il nuovo sistema politico, dopo oltre vent’anni, ha perso ormai credibiltà e consenso e si rivela cosí possibile una nuova spallata. Ad accoglierla con favore c’è il movimento Cinque stelle che non aspetta altro che un nuovo incentivo alla sua ascesa verso il governo. Ma c’è anche la Lega che intende costruire il nuovo polo di destra giustizialista e xenofobo. I due frutti del nuovo giustizialismo saranno stavolta agli estremi e non ci sarà un nuovo Berlusconi ad attenuarne i devastanti effetti.
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