Da Prima Pagina. Del Bue presenta il suo sedicesimo libro. E’ dedicato al primo cooperatore
Scrivere. Scrivere sempre. Scrivere tutto. E siamo a sedici. Sedici libri. Su argomenti vari. Dalla storia politica, allo sport, alla cultura, perfino alla filosofia. Mauro Del Bue, per tre legislature parlamentare, sottosegretario, vice sindaco, assessore, presidente dei Teatri, è persona dai molteplici interessi. Cosi oggi si misura, con il libro che viene presentato stasera alle 18 all’hotel Cristallo (viale Regina Margherita 30) con la storia della cooperazione. Anzi, con l’origine della cooperazione che ebbe a Reggio una culla.
A presentare il suo libro, “Il primo cooperatore. Contardo Vinsani, il riformista utopistico” parteciperanno, con l’autore, l’on. Antonio Bernardi, presidente del Centro Prampolini, l’on. Paolo Cristoni, presidente della cooperativa Casa, il dottor Paolo Cattabiani, presidente di Alleanza 3.0 e già Coopconsumatori Nordest, il dottor Nando Rinaldi, direttore di Istoreco. Il libro racconta una storia inedita. Camillo Prampolini, lo cita Giovanni Zibordi nel suo libro sul leader socialista reggiano, ricorda che “la prima vera cooperatova è stata quella del Vinsani”, anche se già dagli anni settanta dell’Ottocento era sorta a Rivalta una cooperativa di consumo, di dimensioni limitate. Quella fondata da Contardo Visnani, professore di matematica, già insegnante a Modica e a Girgenti (l’attuale Agrigento), ex garibaldino (aveva combattuto a Mentana), è una cooperativa particolare. Lui, Vinsani, è personaggio unico. Dalle ambizioni pazzesche. Vuole trasformare l’economia reggiana, associare tutti i cittadini, farli diventare ad un tempo produttori e consumatori. Apre una sede a Palazzo Ritorni, quattro o cinque punti di vendita in centro, una fabbrica del pane, un mulino, importa carne dal Venezuela e vino pugliese. Sfida il commercio privato. Prampolini lo segue estasiato. Lo segnala a Costa e a Turati. Pensa di avere individuato, grazie a Vinsani, il mezzo più efficace e pacifico per arrivare alla società socialista, anche se Vinsani di socialismo non vuol sentir parlare. Fonda un giornale quotidiano, Reggio nova, al quale lavorano Camillo Prampolini e Giacomo Maffei, futuri deputati. Siamo nel 1880 e la povertà a Reggio era inquietante. Dei 18mila abitanti in città, racchiusa ancora dalle mura, ben 12 mila erano iscritti alle liste di povertà. Vinsani era un sognatore, pensava alla resa degli avversari, che invece lo combatterono. I ceti abbienti, la Chiesa, gli esercenti reagirono. Vinsani venne trasferito in una scuola di Reggio Calabria. La cooperativa nel 1886-87 ebbe un tracollo finanziario. Lui stesso non aveva fatto bene i conti. Anche Prampolini e Maffei ci rimisero del loro. I rapporti peggiorarono e quando Vinsani rientrò a Reggio, nel 1893, su “La Giustizia”, Prampolini gliene disse di tutti i colori. Dalla mitizzazione alla demonizzazione. Vinsani, l’eroe romantico che senza spada portava dignità ai poveri, viene accusato di essere al servizio dei nemici di un tempo. Succede, quando la storia non è a lieto fine. Eppure l’invenzione di Vinsani gettò i semi del futuro sviluppo cooperativo. Quando si parla di provincia cooperativa non lo si può dimenticare. E mentre la provincia di Reggio avverte i colpi della crisi delle aziende cooperative bisognerebbe forse anche rivisitare l’afflato umanitario delle origini e la missione affidata a un movimento che ha perso i suoi caratteri originari
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