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Il satrapo

23 Luglio 2016 1.120 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Una volta ebbe modo di citare anche Hitler, per sottolineare la necessità di uno stato forte. Chissà perché quando gli stati islamici sono all’attacco sbandano in questi riferimenti storici. Era già successo con Amhadinejad. Certo Erdogan si sta facendo beffe del mondo intero. Pensavate che il vero conflitto fosse con la Russia? Improvvisamente è scoppiata la pace. Anche perché di contro il sospetto che il tentativo di golpe sia stato ispirato o tollerato dagli Usa è forte. E perché quella solidarietà al governo “democraticamente eletto” arrivato a golpe sventato, puzza maledettamente di ipocrisia.

Non sarà stato un auto golpe, come qualcuno sostiene, a meno che i generali golpisti siano tutti masochisti e concertino col nemico un piano che li vede incarcerati e forse fucilati. Ma che il golpe fallito venga oggi usato per un giro di vite senza precedenti è un fatto. Diamo i dati: 9.322 arrestati, sospesi 28.321 dipendenti dei ministeri (ne hanno anche più di noi…) nonché 21mila insegnanti. Il ministero della Pubblica istruzione ha allontanato 15.200 docenti e ha chiesto le dimissioni di 1.577 tra rettori e presidi di facoltà. Travolti dalla purga anche 492 imam. Quest’ultimo dato è impressionante. Il governo islamico coinvolge anche il clero. E lo comanda. Le televisioni, ben venti, sospettate del peccato di opposizione, sono state chiuse, i passaporti bloccati.

Il satrapo non si ferma qui. Procede. Chiede agli Usa l’estradizione di Fetullah Gulen, in esilio negli Stati uniti e ritenuto l’ispiratore del golpe. Gli Usa per ora balbettano. Chiedono prove del suo coinvolgimento. Follie. Le foto che circolano sono inquietanti e ci mostrano militari nudi e probabilmente torturati, dopo che circa duecento sono stati aggrediti e uccisi nelle strade. La Turchia rappresenta una questione fondamentale per il mondo intero nella guerra al terrorismo islamico. Per gli Usa che in Turchia hanno da sempre le proprie basi e che dalla Turchia, al tempo della guerra fredda, alzavano la loro barriera nucleare sul comunismo, il paese della mezza luna è un alleato Nato fondamentale.

Per questo gli americani hanno sempre chiuso più di un occhio. Ma adesso, mentre è in atto la trasformazione del sistema turco in un regime islamico autoritario, che farà il successore di Obama? Riuscirà a far finta che la Turchia sia un paese libero, perché il suo governo è stato “democraticamente eletto”, infischiandosene della repressione, delle collusioni con l’estremismo islamico, della guerra senza quartiere ai curdi, i nostri migliori alleati nella lotta all’Isis? E la Russia dopo aver documentato i traffici tra Turchia e stato islamico attraverso il contrabbando di petrolio, che avrebbe toccato da vicino anche lo stesso Erdogan, si rimangerà le denunce, i propositi di far piena luce sull’abbattimento dei suoi jet, e cambierà rotta solo per il diverso atteggiamento di Erdogan nei confronti degli Usa? E così rinfocolando ancora quella logica bipolare che pareva decisamente superata? Domande che potrebbero trovare presto risposte affermative.

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