La svolta di Guerini
Il vice segretario del Pd Guerini, partecipando al dibattito della festa dell’Avanti dedicato al futuro del cenro-sinistra, ha preso posizione sulla legge elettorale. Come già aveva fatto Renzi Guerini ha manifestato disponibilità a vagliare proposte di modifica dell’Italicum, chiudendo, almeno per ora, a modifiche sul premio di maggioranza e sul ballottaggio, mentre non ha negato la possibilità di trasformare il premio di lista in premio di coalizione. Il suo è stato un modo ancora un po’ ermetico di mostrare un consenso. Ma la politica ha i suoi riti. Anche la nuova. Se io dico no a stravolgimenti del’Italicum sul tema della rappresentanza e della governabilità e se ammetto che trasferire il premio dalla lista alla coalizione non inficia né l’una né l’altra, cose ne deriva?
Questa è per ora la novità più significativa dei dibattiti in corso alla Festa dell’Avanti. Guerini naturalmente ha voluto precisare anche i meriti dell’Italicum che non condivido. L’istituto del doppio turno nazionale con ballottaggio tra i primi due classificati non esiste in un nessuna legge per l’elezione del Parlamento. Esiste solo per l’elezione di un presidente, come in Francia e in Austria o, alle comunali, per l’elezione di un sindaco, in Italia. Noi con l’Italicum non eleggiamo né l’uno né l’altro. Ed è assurdo vaticinare della necessità di un vincitore. Sbagliamo volutamente anche il termine. Le elezioni, secondo la vecchia e la nuova costituzione, servono in Italia ad eleggere solo il Parlamento, non ad eleggere un presidente e nemmeno un governo.
Si vuole cambiare la natura della nostra democrazia? E allora trasformiamola con legge costituzionale in repubblica presidenziale o semi presidenziale. E da lì ricaviamo una legge con ballottaggio per eleggere il capo dello stato o del governo. No. Continuiamo a ragionare di leggi elettorali che si attagliano a una repubblica presidenziale o semi presidenziale, restando però in una democrazia parlamentare. Bisognerebbe riformare l’Italicum anche sul tema del ballottaggio, oggi anche contraddittorio perché il sistema è diventato tripolare e paradossalmente è il polo che non va al ballottaggio che decide il vincitore. Basterebbe piuttosto abbassare anche un po’ la soglia per arrivare al premio (37-35%) eliminando il secondo turno e tornando ai vecchi collegi uninominali, per evitare questa assurda disparità tra deputati eletti e nominati. Ma un primo passo pare compiuto. Guerini non lo ha detto esplicitamente. Ma lo ha fatto capire. Bene. E’ un punto a nostra favore, visto che proprio i socialisti hanno proposto una legge in tal senso. Come dire: chi la dura la vince.
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