Tribunali e politica
La sentenza definitiva sul nostro congresso di Salerno avverrà tra un mese. La transitoria sospensione degli atti congressuali pare riferirsi esclusivamente alla media del tesseramento che porta a stabilire un quorum effettivamente non raggiunto, ma che dovrebbe, a nostro avviso, completarsi con la più scrupolosa registrazione delle quote lasciate a federazioni in campagna elettorale e al piu basso tetto deciso per i giovani e i pensionati che tra gli iscritti rappresentano il 60 per cento. Lasciamo perdere per ora i termini della sospensiva e concetriamoci sui nostri rapporti interni.
Come del resto scrivono quest’oggi i giornali il ricorso ai tribunali è stato un atto la cui responsabilità cade sulla componente di Area socialista, che decise di non partecipare al congresso di Salerno, non si è capito se in base alla contestazione del tesseramento o al presupposto di non riuscire a raccogliere le firme necessarie per presentare una mozione. Il ricorso ai tribunali di alcuni esponenti di tale componente, non di tutti, perché Bobo Craxi non risulta firmatario dell’atto di denuncia, rappresenta uno strappo difficile da rimarginare. Anche perchè di tribunali il Psi farebbe volentieri a meno. Dopo essere stato sottoposto a giudizi sommari su iniziativa esterna problematico oggi sopportare di esserlo per iniziativa interna.
Ad ogni modo penso che il Psi debba proseguire la sua azione politica e per questo ha convocato un incontro per la prossima settimana al fine di decidere le iniziative da intraprendere. Capisco la difficoltà di mettersi tutti dietro un tavolo per evitare ulteriori danni d’immagine. Già troppi ne abbiamo sopportati in passato e anche negli ultimi venticinque anni, quando ogni segmento socialista è stato attraversato da pericolosi conflitti e questi sono spesso degenerati in risse e in divisioni, a volte in contemporanei ricorsi a organi esterni. Se si potesse ritornare alla politica, al confronto, al buon senso non sarebbe male. Forse è tardi per troncare l’iter giudiziario, ma sarebbe opportuno, comunque vadano le cose, evitare di gettare via quello che faticosamente si è costruito, per tanti anni, anche tutti insieme. E’ ancora possibile?
Mica certo può essere suggerito il vecchio detto di Turati secondo il quale era meglio aver torto nel partito che ragione contro di esso. I tempi sono cambiati. Oggi purtroppo qualcuno pensa a se stesso e preferisce solo che l’avversario interno perda, non importa come. Quanto al partito se restano un mucchio di macerie, meglio. Non credo ci siano state irregolarità nel tesseramento. Conosco da vicino i nostri segretari di federazione e regionali. Sono brave persone che si sacrificano per continuare a fare proselitismo e a finanziare la nostra piccola comunità. Può darsi che qualcuno abbia pagato un po’ meno del dovuto. Ma il nostro tesoriere è in condizione di dare tutte le delucidazioni necessarie. Perché nessuno aveva contestato la platea congressuale di Venezia? Non erano allora gli stessi che oggi hanno fatto ricorso i responsabili principali del partito? Non erano due dei ricorrenti segretari regionali del partito? Non era un altro commissario in due regioni e altri due autorevoli esponenti della segreteria? Suvvia. Resta una grande amarezza per questa storia che con un minimo di buon senso poteva essere evitata. Si può ancora fare qualcosa? Ci si muova…
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