Intervista di Del Bue al Carlino: “Piazza della Vittoria non mi esalta. L’avrei fatta diversa
Reggio Emilia, 25 ottobre 2016 – Mauro Del Bue, già parlamentare socialista e assessore nella giunta Delrio: con l’approssimarsi della riapertura di piazza della Vittoria, si torna a parlare del centro storico. Ma lei cosa ne pensa di questo intervento?
«Ero in Giunta tra 2009 e 2014: non ho votato il progetto ma solo varianti e ultimi adempimenti. E in tutte queste circostanze ho detto che avrei preferito il progetto firmato dall’architetto Maria Cristina Costa e dall’architetto Melograni. Il rifacimento delle piazze era accompagnato dall’idea di un grande parcheggio a rotazione sotto la caserma Zucchi. L’area del parco sarebbe arrivata fino a via Franchetti, eliminando via Allegri e il parcheggio in superficie alla Zucchi».
Le piace la nuova piazza della Vittoria?
«Il ‘piastrellamento’ della piazza non mi esalta per niente».
La zona tra piazza della Vittoria e piazza Martiri del 7 luglio è entrata nel mirino delle polemiche di Confcommercio per la scarsa illuminazione.
«E’ la prima cosa che dissi a Delrio e Spadoni dopo la riapertura: ‘Guardate che non si vede nulla vicino alla fontana, c’è il buio assoluto’. Certo, con il buio la fontana è più suggestiva, ma c’è un limite a tutto…».
Ma in centro c’è solo una percezione di insicurezza o insicurezza vera?
«Guardi, lì intorno alla fontana non ci si vede. Punto. Poi io la sera vado in giro da solo e non ho paura. Ma se la gente ha paura, bisogna chiedersi il perché. Basta leggersi le cronache che leggiamo tutti i giorni per capirlo».
Perché il centro è in crisi?
«Perchè ci abitano in 11 mila invece che in 14 – 15mila. Bisogna riportare la gente in centro, ma se la case costano 6mila euro al metro quadro…».
Colpa dei proprietari degli immobili? Lo chiediamo a lei, rimasto tra i pochi reggiani ad abitare in centro.
«I proprietari devono capire che è meglio non tenere i palazzi vuoti. Il Comune ha fatto qualcosa di importante per incentivare il recupero delle facciate. L’idea di via del Carbone con i nuovi appartamenti per studenti, nata dalla collaborazione tra Comune e proprietà privata dei Maramotti, potrebbe essere replicata in altre zone della città. Se i proprietari hanno paura che gli inquilini non paghino gli affitti, il Municipio potrebbe fare da garante».
In diverse zone del centro la desertificazione commerciale crea file di vetrine vuote, spettacolo avvilente. Che fare?
«E’ inevitabile che sia così, avviene in tutta Italia e dipende dalla situazione economica generale. A Roma accade la stessa cosa. Vedo che alcuni tipi di negozi aumentano la loro presenza sul territorio: ad esempio quelli sul cibo vegetariano. Se ci fermiamo all’offerta di abbigliamento…».
Cosa potrebbe cambiare l’inerzia negativa che ha avvolto l’esagono?
«Il fatto è che bisognerebbe fare dei grandi poli attrattivi in centro storico. La galleria del Mercato Coperto doveva rimanere una galleria. Magari non c’era modo di fare altrimenti. Io avevo pensato di fare una multisala in centro».
Perché il progetto non decollò?
«Era legato al successo dell’operazione Aurora nell’area Nord: se fosse partita la costruzione del nuovo Ipercoop, ci sarebbero stati i soldi per un nuovo palasport e al posto del PalaBigi si sarebbe potuta fare una multisala. C’erano imprese interessate all’idea. Poi il progetto della Aurora non partì».
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