Luigi Roversi, il sindaco dimenticato
Nessuna autorità locale, né sindaco, né presidente della Provincia, né Istituto della storia della Resistenza si è ricordato che il 2017 è il centenario della morte del grande sindaco socialista di Reggio Emilia Luigi Roversi, che guidò la città dal 1902 al 1905, poi dal 1907 al 1917, con la breve parentesi della Grande armata, la coalizione moderata che sconfisse i socialisti con le elezioni parziali del 1904 e con quelle generali del 1905 (anche Prampolini venne sconfitto dal liberale e futuro fascista Giuseppe Spallanzani). Roversi fu il sindaco della scuola per tutti, coadiuvato da Giuseppe Soglia, il direttore delle scuole comunali, che divenne anche deputato socialista nel 1913, creò i primi asili per bimbi, che nel dopoguerra diverranno, grazie all’apporto di Loris Malaguzzi, un modello nel mondo, acquisì nei pressi di Carpineti la colonia per vacanze dei ragazzi che porterà il suo nome, consolidò le municipalizzazioni dei servizi (la farmacia, il gas e l’elettricità, l’acqua, le affissioni, il traguanato, cioè la raccolta dei proventi per piazze e mercati, il pane e la pasta con l’acquisto del mulino e del pastificio), avviò la grande opera delle case popolari, sviluppò i servizi sanitari, creò l’Università popolare e la Biblioteca popolare e assunse in gestione il teatro Ariosto, affrontò da par suo l’emergenza bellica, mori a causa di una polmonite che Giovanni Zibordi, che lo commemorò, volle attribuire a un viaggio in montagna con un’auto scoperta alla ricerca di legna per scaldare le scuole dei suoi amatissimi bambini. Un uomo cosi non si può e non si deve dimenticare. Capisco che la storia é oggi materia poco conosciuta in ambito amministrativo, ma l’ignoranza è un grave difetto anche in epoca di rottamazione.
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