Libero titolo in libera Italia?
Il titolo del quotidiano Libero non rappresenta un sottinteso. Ma un sovrainteso. Scopare Roma sporca, con tanto di attrezzi nelle mani di Orfini e di tante camice gialle, riporta un po’ il pensiero ai vecchi film Luce con Mussolini desnudo che falciava il grano. Ma di buona opera si tratta anche se il motivo della propaganda é soverchiante. Che Renzi e la Boschi non l’abbiano fatto non autorizza il direttore di Libero a giocare sul doppio significato del verbo per spararla grossa, sia pure in negativo, sui loro rapporti. Roba da Cuore, o da Charlie Hebdo. D’altronde satira é. Libero, giornale satirico? Questo no. E allora uno lo legge sul serio. Ma c’é bisogno di una patente per fare satira? Credo di no. Si può scherzare su tutto. Libero titolo in libera Italia? Un titolo così non l’avrei mai fatto. Da denuncia? Mi immagino il tribunale a dissertare sul significato della parola, sul suo uso corrente, sul suo effetto. E Feltri, con quella sua smorfia sempre schifata, sostenere, in assoluta cattiva fede, che il vocabolario della lingua italiana gli attribuisce una sola spiegazione. Da chiedersi. Se Renzi e la Boschi avessero aderito all’appello di Orfini quale sarebbe stato il titolo di Libero?
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