La tenda di Prodi, il siluro di Pisapia
Dunque Prodi ha perso la tenda. D’altronde la sua attività per costruire una coalizione si é scontrata con la volontà di Renzi di farne a meno. Il che ha provocato il siluro di Pisapia al quale é stato prospettato l’ingresso in un listone e non un’alleanza politica tra soggetti diversi. Cerchiamo di capire. E dividiamo tra sostenitori dell’ipotesi coalizionista e di quella del listone. Sono a favore della coalizione, cioè di una riforma elettorale che in qualche misura la contempli (o reintroducendo il premio ad un’alleanza di liste o il Mattarellum che prevede le alleanze nell’uninominale) sia Prodi, e soprattutto Pisapia, che l’opposizione a Renzi nel Pd. Sono invece contrari e favorevoli a mantenere il premio alla lista, o al massino a una riforma che sfoci nel simil tedesco, Renzi e i suoi da un lato, ma anche Mdp dall’altro.
Nel primo caso Pisapia tenterebbe di formare una lista, magari spaccando Mdp, alleata al Pd (forse, ma non é chiaro, anche ad Alfano), mentre gli oppositori di Renzi che vedono come fumo negli occhi ipotesi di alleanze dopo il voto con Berlusconi (ammesso che siano numericamente possibili), auspicano una riforma elettorale che renda possibili le alleanze di liste. Renzi pare orientato a mantenere le leggi di Camera e Senato come sono (attenzione, perché il Porcellum emendato dalla Corte, contrariamente all’Italicum due, le coalizioni le prevede con due sbarramenti regionali, il 3 per le liste coalizzate e l’8 per quelle non coalizzate), ma anche i dalemiani che di allearsi col Pd non hanno nessuna voglia.
Questi ultimi, dunque, assecondano Renzi a tener duro sul premio di lista alla Camera, perché, in questo modo, staccano Pisapia dal Pd e lo aggregano a loro. Renzi non può cedere sul ritorno alla coalizione perché non può allearsi cogli scissionisti. Regalerebbe voti e funzioni politiche. Perderebbe lo stesso Pisapia e i suoi che confluirebbero nella lista alleata e ben difficilmente riuscirebbe a vincere le elezioni raggiungendo il 40 per. cento. Perderebbe come coalizione e nella coalizione. Mai come oggi legge elettorale e strategia politica sono strettamente collegate. Per questo il segretario del Pd continua ad annunciare che una riforma della legge elettorale é strettamente collegata alla disponibilità della triade Pd, Centro-destra e Movimento Cinque stelle. Perché sa benissimo che si tratta di operazione impossibile. Ad impossibilia nemo tenetur…
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