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Viscontinuità?

21 Ottobre 2017 698 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Che io ricordi é la prima volta che il partito di maggioranza presenta una mozione senza averla concordata col governo. Per di più, con una presa di posizione tendenzialmente contraria rispetto a quella che il governo si accingeva ad assumere. Lasciamo perdere le correzioni e le integrazioni che sono state poi pretese da Gentiloni e Padoan, e ovviamente accettate dai deputati del Pd. L’operazione é avvenuta dopo l’intervento del presidente della Repubblica. E dopo la sconcertata reazione del governo col ministro dell’Economia che, secondo le indiscrezioni giornalistiche, si sarebbe rivolto al presidente del Consiglio con un: “Paolo non ci credo. Dimmi che non é vero”.

Sia ben chiaro che nessuno può mettere in discussione la legittima posizione di un partito, anche di governo, volta a chiedere un rinnovo del governatore della Banca d’Italia, alla luce di gravi vicende che mettono in chiaro rilievo anche una certa qual carenza di prevenzione, e soprattutto di controllo, che spettano per statuto a questa banca, oltre alla Consob. Ma perché non riunire prima esponenti del Pd al governo e al Parlamento e concertare, come si è sempre fatto, una posizione comune? Perché creare un fatto compiuto che obiettivamente mette in chiara difficoltà sia il governo, sia il presidente della Repubblica, istituzioni che assieme al Consiglio superiore della Banca d’Italia hanno il compito di nominare il governatore? Perché segnare questa differenza tra Pd e governo, soprattutto?

Questo é l’interrogativo politico al quale bisogna rispondere. La mia risposta é semplice. Più che al risultato, che certo non può dipendere solo dal testo peraltro smunto di una mozione approvata alla Camera, dove il Pd gode della maggioranza assoluta grazie al premio del Porcellum, e al quale é stata tolta la parola dirimente e cioè “discontinuità”, Renzi ha voluto segnalare, come già aveva rivelato ai giornali, la sua opposizione alla conferma di Visco. Che poi Gentiloni e Padoan vadano avanti ugualmente a decretarne il rinnovo poco importa. Questo perché? Perché, come già accaduto nella campagna referendaria e sulla questione della legge sui vitalizi, Renzi é convinto che l’unico modo per sottrarre voti ai grillini sia quello di inseguirli sul loro terreno.

A me pare, invece, che in questo modo i grillini si rafforzino. Oltretutto in una battaglia che, come esito finale, avrà o la riconferma di Visco, e in questo caso il Pd ci farà la figura del “vorrei ma non posso” con tanti ringraziamenti da parte di tutta la grilleria, oppure la sua defenestrazione, che metterà il governo Gentiloni nei panni del sorvegliato speciale, togliendogli quell’aurea di sia pur parziale indipendenza di giudizio e di scelta. Se quest’ultimo vuole essere l’intento, penso che a rimetterci sia tutto il Pd, che proprio grazie al governo Gentiloni e a ministri come Padoan, Minniti e Calenda, sta riconquistando una migliore considerazione nel Paese. Da ogni angolo la si guardi questa originale trovata non porta acqua al mulino del centro-sinistra e neanche del suo maggiore partito. E si rivela per quello che é. E cioè l’ennesimo autogol.

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