All’Ergife: dall’Europa all’Italia
Gli Stati uniti d’Europa sono stati il tema della convention di Radicali italiani e di Emma Bonino. Una sollecitazione politica di fondo che offre contenuti ineludibili ad un’iniziativa, probabilmente anche elettorale, in vista della prossima Primavera. Enrico Letta, tra i relatori con Saviano, Pisapia, lo stesso Prodi presente in video, lo ha sottolineato con particolare efficacia. La nostra generazione é nata quando il mondo contava tre miliardi di esseri umani, quando moriremo ne lasceremo dieci. Il problema é che di questi sette non uno sarà europeo. Così l’Europa che contava un sesto degli abitanti del pianeta, ne risulterà un ventesimo. Dunque l’unità diventa obbligata se si vuol contare. Nel G7 c’erano tre paesi europei, tra poco anche la Germania risulterà l’ottava. Erano tutti paesi retti da democrazia liberali. Tra poco una parte cospicua di essi sara di dubbia democrazia.
Ha ragione Della Vedova, leader di Forza Europa, a considerare il fatto che quando si parla di Europa se ne parla sempre male. Perché conosciamo solo quella che finora é stata costruita. L’Europa monetaria, quella dei vincoli, non l’Europa politica, gli Stati uniti d’Europa che dovrebbero godere di un’unica politica economica, di un’unica politica estera, di un esercito comune. Macron e la Merkel pare l’abbiano capito. E dunque si marci verso quest’obiettivo se é vero che il tema di fondo é ritornato ad essere quello dell’identità. L’Europa di domani non potrà essere quella di oggi. E non sarà con meno Europa che si potranno risolvere i problemi dei singoli stati nazionali, a cominciare da quello dell’emigrazione. Che si fronteggino dunque, come ha proposto Letta, magari a cominciare dalla sostituzione dei 73 seggi che i britannici hanno abbandonato, con elezioni comuni, le tre grandi opzioni di Europa: gli Stati uniti, la politica del rigore e dei vincoli, quella sovranista degli stati.
Mercoledì il congresso dei Radicali italiani lancerà una proposta per le prossime elezioni. I verdi di Bonelli hanno già manifestato consenso e disponibilità. Il segretario del Psi Nencini anche. Vedremo cosa diranno Pisapia e Prodi. Le ipotesi a questo punto sono due. O quella di una lista Bonino, diciamo laico-socialista per intenderci, una sorta di Rosa nel pugno aperta ai Verdi, o una lista più grande e ambiziosa, con la presenza o l’esplicito appoggio di personalità non necessariamente di quest’area, che possono concepire la lista come un’ottima occasione per smarcarsi dal Pd. Le conseguenze del voto siciliano offriranno ulteriori elementi per valutare le opportunità politiche e il cantiere del centro-sinistra.
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