Home » Nazionale

Difendiamo il popolo curdo

3 Novembre 2017 827 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Riprendo il grido d’allarme lanciato da Paolo Mieli sul Corriere della sera a proposito della situazione in cui si trova il popolo curdo. La premessa è indispensabile anche se nota. E’ grazie soprattutto agli eserciti curdi, oltre all’aviazione americana, che si é vinta la guerra contro il Daesh, sottraendo al terrorismo un territorio divenuto stato. Se le città di Mosul e la capitale Raqqa sono state espugnate dopo battaglie cruente e settimane, anzi mesi, di azioni di terra e di bombardamenti, è perché i curdi erano in prima linea e combattevano anche per noi, per tutto il mondo civile che oggi si trova al centro di un’offensiva barbara dell’integralismo islamico. Questo è costato ai curdi un sacrifico enorme di vie umane.

Finita la festa, cioè la guerra (o quasi), gabbato lo santo? Così sembra. Oggi i curdi sono lasciati soli e “vengono dati in pasto”, lo sottolinea Mieli, “ai carnefici venuti dall’Iran e dall’Iraq”. Proprio mentre il presidente Barzani viene costretto alle dimissioni dopo avere promosso un referendum sul quale è stato calato, contrariamente a quello sulla Catalogna, il più colpevole dei silenzi. La comunità curda è smembrata dal trattato del 1923 in quattro territori appartenente all’Iraq, alla Siria, all’Iran e alla Turchia. E da allora non mancarono tensioni e focolai di guerra sia tra le diverse comunità curde, sia tra loro e gli stati a cui appartenevano e tuttora appartengono. Solo a seguito della cacciata di Saddam è stata poi istituita una sorta di regione autonoma all’interno dello stato iracheno, dopo le nefandezze compiute contro di loro dal regime (ricordiamo i gas usati per sterminare intere popolazioni da parte di Alì cosiddetto il chimico). Più o meno la stessa cosa, cioè la concessione di un minimo di autonomia, è accaduta nel territorio curdo della Siria, mentre sempre aspri sono rimasti i rapporti in Turchia e in Iran.

Tutto il mondo oggi, dopo le nuove imprese dei curdi contro lo stato islamico, si volta dall’altra parte e lascia che Iran e Iraq consumino le loro vendette. Con gli americani indifferenti e così gli europei. Una eccezione, in un mondo di falsi pacifisti (che vuole dire: io non faccio la guerra mai e lascio che vincano gli oppressori) e di falsi democratici (che vuol dire: la democrazia in casa d’altri, soprattutto se questi ultimi si prestano a fare i nostri interessi economici, non ci interessa) è costituita dalla Francia, grazie ai soliti e intelligenti intellettuali non contagiati dal virus dell’antioccidentalismo. A Parigi, al cinema Le Saint Germain, il 2 novembre si svolge una manifestazione dal titolo: “Avec le curdes, plus que jamais”. Questo grazie a personalità quali Bernard Henry Levi, Manuel Vals, Bernard Koutchner, che con altri l’hanno promossa. L’Italia ha conosciuto l’epopea delle manifestazioni: sul Vietnam, sul Cile, sulla Cambogia, sulla guerra (anzi contro la guerra) a Saddam. Ma sempre coniugando le iniziative con uno spirito anti americano. Coi curdi i nostri marciatori non sanno a che santo votarsi per gridare qualche slogan ancién regime. Così preferiscono tacere. E mai come oggi il silenzio è complice.

Leave your response!

Add your comment below, or trackback from your own site. You can also subscribe to these comments via RSS.

Be nice. Keep it clean. Stay on topic. No spam.

You can use these tags:
<a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

This is a Gravatar-enabled weblog. To get your own globally-recognized-avatar, please register at Gravatar.