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Pamela e Traini

8 Febbraio 2018 1.052 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Ha ragione Giorgia Meloni a ricordarci che la povera Pamela è stata massacrata da un nigeriano senza permesso di soggiorno. E ha ragione anche a lamentarsi del fatto che il suo feroce, brutale, animalesco omicidio non abbia spinto (il ministro Orlando lo farà oggi) alcun uomo di governo a far visita alla madre. Sbaglia però a paragonare il delitto della povera ragazza al raid razzista di Traini nel centro di Macerata. Dal punto di vista umano il primo gesto è anche più orribile del secondo, come orribile è l’omicidio di una diciannovenne per mano di un uomo bianco italiano avvenuto ieri a Milano. Ma il delitto di Pamela spinge a un ragionamento, il gesto di Traini a un altro. Non vanno  confusi. La loro confusione può generare complici anche se involontari giustificazionismi. 

Il delitto e il massacro della povera ragazzina, forse da attribuire a questioni di commercio di droga, deve spingerci a valutare con serietà la questione dell’immigrazione irregolare in Italia. Da parte di tutte le forze politiche, con la sola eccezione del povero Grasso che forse, non avendo ben compreso la domanda, ha sostenuto in Tv la piena legittimità dell’immigrazione illegittima, non c’è un solo esponente politico che difenda il diritto di soggiorno di chi non ne ha alcuno. Il problema è come porvi rimedio. Berlusconi, includendovi abusivamente anche i profughi, sostiene che i 600mila immigrati giunti in Italia negli ultimi cinque anni lui li rimanderà tutti indietro. Come non si sa, visto che i paesi da cui provengono indietro non li prendono e che il respingimento coatto ha conseguenze economiche e umanitarie non di poco conto.

Tanto è vero che le sanatorie non si contano e lo stesso governo Berlusconi è stato costretto ad approvarne una per ben 700mila immigrati. Dunque? A mio giudizio, grazie al ministro Minniti, finalmente l’Italia ha capito che il problema dell’immigrazione si deve affrontare nei paesi di partenza e di transito, soprattutto la Libia. E che in Libia devono essere accertati diritti o meno di asilo in Italia e in quel paese devono essere bloccati coloro che diritti non hanno. Intendiamoci, quelli di una vita migliore, soprattutto per chi vive in condizioni precarie e spesso di sottosviluppo, li hanno tutti. Il problema è che poi se tali diritti non possono essere garantiti, le conseguenze, come è stato verificato, si rivelano peggiori del male che si intende curare. Giusto allora, da un lato, firmare convenzioni coi paesi di partenza, per assicurare a chi ritorna un minimo di garanzia vitale e a quei paesi un minimodi sviluppo (vedi la Conferenza di Parigi), dall’altro porre i campi di respingimento libico sotto l’egida e la gestione Onu, per evitare trattamenti disumani e irrispettosi di qualsiasi convenzione sui diritti delle persone.

Altro ragionamento merita il caso Traini che con l’immigrazione e la sicurezza non c’entra nulla e c’entra invece molto con le infatuazioni naziste e razziste che purtroppo stanno prendendo piede in Italia. Quella nazista, non fascista, dunque ben di peggio, è testimoniata dal culto per il Mein Kampf e per le svastiche rintracciate nella casa di Traini. Quest’ultimo ha compiuto un’equazione tipicamente razzista e cioè: siccome Pamela è stata colpita da un nero, tutti i neri sono colpevoli. Esattamente come avvenne in Germania dopo l’attentato per mano di un ebreo a un diplomatico tedesco a Parigi. Dovevano pagare tutti gli ebrei e scattò, era il 1938, la notte dei cristalli. Il raid nazista di Traini non può che rimandare più che a disquisizioni sui temi della sicurezza, che non sono alla base del suo insano gesto, a problemi di educazione ed eventualmente di disagio sociale. Non tanto per Traini, un personaggio alle prese con problemi di psicopatia, ma per coloro che hanno manifestato solidarietà con lui, che hanno lordato qualche muro di scritte a suo favore o che hanno promosso marce e manifestazioni a braccio alzato. Lo dico anche alla Meloni, perché, pur stimando la grinta di una donna che si è fatta da sola, anche il suo movimento non è esente da infiltrazioni di questo tipo. Le controlli meglio coi suoi occhioni, cara Giorgia.

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