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Foibe e fascismo

11 Febbraio 2018 651 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Nessuno più di noi oggi può ad un tempo e con la medesima intransigenza condannare i massacri di italiani nelle foibe ad opera degli eserciti comunisti titoini e il razzismo di stampo nazifascista che è all’origine dei lager e delle persecuzioni a cominciare da quella che diede origine all’olocausto. Le nuove, vecchie, contrapposizioni finiscono per accreditarne una sola e i cortei che si annunciano in mezza Italia appartengono a una visione parziale, settaria, ottusa della storia e dell’etica politica. Le foibe, negate od oscurate per tanti anni a sinistra, sono il simbolo, uno dei tanti, della ferocia di un regime totalitario e non possono essere considerate una reazione ai crimini, altrettanto feroci, perpetrati dai fascisti in Slovenia e in Croazia. Ad essere infoibati furono migliaia di italiani che nulla avevano a che fare con quelle violenze e la loro fine appare più consona a una strategia di pulizia etnica che non di risposta militare.

Altrettanto si può, si deve dire, del razzismo, che venne importato in Italia dalle sciagurate leggi del 1938, che altro non furono che il logico corollario del patto d’acciaio, contratto da Italia e Germania, dopo l’isolamento italiano dalla Società delle nazioni a seguito dell’invasione dell’Etiopia. Il razzismo, fino al 1938, non era stato un elemento programmatico dell’ideologia fascista, e nel regime non pochi erano i dirigenti di razza ebraica. Le persecuzioni iniziarono da quell’anno con le esclusioni dei bambini ebraici dalle scuole e dei pubblici dipendenti dagli uffici e sfoceranno poi, durante la guerra, nell’approntamento di campi di concentramento e nell’aiuto alla deportazione in Germania anche degli ebrei italiani negli orribili lager di sterminio.

Non credo esista oggi in Italia il rischio del fascismo. Non vedo masse nere pronte a una nuova marcia su Roma e nemmeno un Parlamento ove i neo fascisti possano avere qualche rappresentanza. Casa Pound o Forza Nuova, che pure sono presenti in questa tornata elettorale, resteranno a pancia vuota. Non esiste nessuna possibilità di rinverdire il mito di un comunismo di stampo autoritario. Rifondaroli, rivoluzionari, centri sociali rappresentano oggi poco più di nulla. Esistono invece due pericoli questi sî assolutamente attuali, che finiscono per alimentarsi l’uno dell’altro. Esiste il pericolo, che si sta purtroppo incrementando, di un razzismo verso gli immigrati, siano questi ultimi di origine sub sahariana o di provenienza mediorientale. Esiste, di converso, il mito della società multirazziale, senza regole, di dimensione estetica poetizzante. Come se l’incrocio di culture, tradizioni, religioni, interessi, non costituisse invece un delicato problema da affrontare. Come se non esistesse la necessità dell’individuazione di regole certe da far rispettare per tutti. Ho visto un truce manichino raffigurante il ministro Minniti che penzolava da un ponte sul Tevere, opera di un gruppo di estremisti che lo equiparava ai fascisti. Ho letto frasi di solidarietà a Traini in striscioni e in post e messaggi. Ecco le due tendenze da combattere e che apparentemente si combattono l’un l’altra. Compito dei democratici é combatterle ad un tempo entrambe.

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