Insieme: il voto utile competitivo
La lista Insieme, che aggrega socialisti, verdi e prodiani, rappresenta un chiaro segnale all’elettorato. Ne sottolineo almeno tre presupposti caratteristici. Insieme si configura come un soggetto che alimenta il pluralismo nel centro-sinistra. Il Pd non é il centro-sinistra. Non ne rappresenta, in particolare dopo la sconfitta del 4 dicembre del 2016, l’intera sua area elettorale, i suoi sentimenti, le sue aspirazioni, i suoi programmi. In questo senso Prodi ha fornito il suo convinto appoggio. Da sempre il professore ha criticato l’idea di un Pd a vocazione maggioritaria e a maggior ragione addirittura esclusiva. Ne ha sempre assecondato e guidato una rappresentazione ampia e articolata, prima con l’Ulivo e poi, anche troppo vasta, con l’Unione.
Ma c’è un secondo elemento, oltre alla vocazione pluralistica del centro-sinistra, ed è attinente una sua visione identitaria. L’identità non riguarda tanto l’adesione al passato, cioè a una tradizione, ma l’individuazione di un progetto di società per il futuro. Parlo del riformismo sociale ed ecologico, di un orizzonte che senza uno stretto connubio tra equità sociale e sviluppo sostenibile oggi non é neppure pensabile. La convergenza tra socialisti e verdi non nasce dal caso ma dalle cose, dai problemi e spesso dalle catastrofi che stanno interessando l’intero pianeta e anche il nostro Paese e dalla conseguente necessità di uno sviluppo imperniato sulla difesa, il consolidamento e la valorizzazione del territorio, capace di innestare nuova occupazione e sicurezza, e dunque di interessare direttamente la vita dei cittadini. Quel che si definisce eco socialismo, o più modestamente, eco riformismo, é l’unico programma di governo autenticamente progressista.
Poi una terza motivazione, forse la più significativa. Il voto a Insieme é ad un tempo utile e competitivo. Anche se malauguratamente non dovesse raggiungere il 3 per cento i suoi voti non andrebbero ad aumentare la percentuale del Pd. Il voto é utile alla coalizione e non si configura come dannoso al centro-sinistra e paradossalmente utile per gli altri, come il voto a LeU che nei collegi uninominali favorisce i candidati grillini e del centro destra, ma é al contempo competitivo perché offre un’alternativa a chi pur sentendosi di sinistra non vuole votare Pd. Diciamo la verità. Non se se sia un valore aggiunto o meno, ma non è neanche un voto per un uomo (o una donna) sola al comando. Meglio una lista di soggetti politici che una che si caratterizza solo col nome e col volto di un’anziana, anche se stimata, signora.
Mauro Del Bue
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