Pappatoia
Non era mai accaduto nella storia repubblicana. Su 32 posizioni degli uffici di presidenza di Camera e Senato il partito che ha annunciato di voler stare all’opposizione ha avuto due cariche di vice presidente, nessun questore, mentre il movimento Cinque stelle sfiora la maggioranza assoluta e domina negli uffici dei questori. Addirittura manca un solo esponente Pd tra i segretari di presidenza delle due Camere, che tradizionalmente venivano accordati a tutti i gruppi, compreso il misto. C’é da restare senza parole, e invece dobbiamo parlare per sottolineare due ragioni che stanno alla base di questa scelta dissennata.
La prima é relativa a una concezione malata della democrazia. I Cinque stelle non hanno vinto le elezioni. Col 32 per cento non si governa e non si detta legge. La Dc non lo fece col 48 per cento e la maggioranza assoluta in una Camera, ottenuto nel 1948. Eppure l’idea che col 32 per cento si debba governare (Berlinguer sosteneva che non era possibile nemmeno col 51) é convinzione radicata per loro. Quasi un dogma o un mantra. Di Maio ha diritto a diventare presidente del Consiglio e non si accetteranno subordinate. Bella concezione della democrazia, non c’é dubbio.
Ma la seconda ragione é l’uso politico che i Cinque stelle, forse col consenso di Salvini o forse no, intendono fare degli uffici di presidenza a partire da quello della Camera. Loro ossessione sono, come é noto, i vitalizi. Dicono che vogliono applicare agli ex parlamentari che ne hanno diritto il sistema in vigore per tutti gli altri pensionati. E invece, sposando la legge Richetti, applicherebbero un contributivo integrale che, oltre ad essere retroattivo e dunque incostituzionale, é anche applicato prima che il contributivo ci fosse, cioè antecedente il 1996. Cosa che non avviene per nessuno dei venti milioni di pensionati. Non so se vorranno fare altri tagli, e dove. Io ne proporrei uno costituzionalissimo. E cioè quello ai loro stipendi che ammontano al triplo dei più alti tra i vitalizi.
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