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La doppiezza e l’ipocrisia

8 Settembre 2018 661 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Salvini dice che un deputato é eletto e un magistrato no. Dunque che quest’ultimo non avrebbe il potere di indagare un eletto. Trasecolo. Ma dov’era lui e la sua Lega tra il 1992 e il 1994 quando una gran parte degli eletti finirono nelle grinfie dei magistrati? Da che parte stavano coi loro cappi e i loro insulti e le loro minacce? Se lo ricordano cosa dissero di Craxi e dei socialisti? Se lo ricordano del loro entusiastico appoggio al Pool Mani pulite mentre sventagliavano le loro manette? Si ricordano di cosa disse il loro Miglio del povero Cagliari, dopo il suo disperato suicidio? Si ricordano i leghisti gli improperi e i cori contro di noi dopo il voto sull’autorizzazione a procedere contro il nostro segretario? Si ricordano di quando pretendevano le immediate dimissioni di un uomo di governo solo perché raggiunto da un avviso di garanzia? Si ricordano di Formentini che sfilava a Milano coi giudici di Mani Pulite dopo quegli attentati della mafia nella metropoli lombarda e a Roma che venivano attribuiti alla responsabilità dei politici inquisiti? Si ricordano come votavano i leghisti sulle autorizzazioni a procedere in Parlamento anche su quelle più assurde, come il voto di scambio? Si ricordano come votarono a proposito dell’annullamento dell’immunità parlamentare? Vuoti spaventosi di memoria. Non ricordano oppure hanno fatto loro la morale dei due forni che si concreta in questa nuova formula: “I magistrati possono inquisire tutti, tranne i leghisti di Salvini”…

Poi certo c’é stata e tuttora esiste anche una doppia morale a sinistra. Quella che appoggiava acriticamente tutti gli atti del magistrati. Quella che amava visceralmente Di Pietro che aveva risolto a suo vantaggio il conflitto storico tra socialismo democratico e comunismo, tanto da far pensare che il muro di Berlino in Italia sia caduto all’incontrario, visto che i post comunisti son finiti al governo e i socialisti sono stati perseguitati ed emarginati, pagando il prezzo più alto, incommensurabile rispetto ai loro errori. Quella che inseguí a tal punto il piemme di Mani Pulite da apparentarlo, eravamo nel 2008, in luogo della Costituente socialista. Quella che ha preferito l’accordo cogli ex democristiani rifiutando l’unità socialista e poi si é fatta dominare dagli ex democristiani e oggi si é praticamente estinta. Quella che continua a esaltare Berlinguer e la storia del comunismo italiano e ad ignorare Turati, Nenni, Saragat e Craxi. Quella che ancora oggi non vuole intestare una via a Bettino Craxi mantenendo quelle a Lenin e a Togliatti. La sinistra della doppiezza e dell’ipocrisia. La sinistra della sconfitta perché doppiezza e ipocrisia alla fine non pagano.

Quello che serve é una sinistra nuova. La sinistra del riformismo e delle libertà. Quella che sa integrarsi col movimento socialista europeo e non guarda all’America. Quella che sa riprendere il dialogo col popolo e sa unire un mondo che oggi non la riconosce. Quella che intende unire i riformisti ma non può fare a meno dell’unico riformismo storicamente riconosciuto che é quello socialista. Quella che sa darsi un’identità e una storia, che sa che il conflitto storico tra socialisti e comunisti é stato vinto dai primi e che ha il coraggio di definirsi non solo progressista e nemmeno solo riformista ma, come é giusto che sia per rispetto della verità, col nome assunto dal movimento dei lavoratori in Italia e in Europa. Quella che non china la testa all’Europa pur essendo europeista e sa coniugare i temi della solidarietà verso chi sta peggio in Italia e nel mondo con la sicurezza dei suoi cittadini. Quella che difende e rilancia il potere della politica democratica, autonoma da tutti gli altri poteri (economici, finanziari, editoriali, giudiziari). Quella che in fondo noi reduci, noi illusi, abituati a fare da spettatori da venticinque anni, noi delusi da ogni tentativo di rilancio sempre fallito ma che non abbiamo mollato mai e che siamo tuttora i soli senza doppiezze e ipocrisie, abbiamo sempre sognato.

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