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Quel che penso del congresso

14 Ottobre 2018 516 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

In Baviera i Verdi sono il partito del momento, con oltre il 18%. In Italia i Verdi sono spariti. Ma in Germania vivono ancora democristiani e socialdemocratici. In Italia no. Vuoi che sia colpa di Bonelli, di Casini, di Nencini? Solo gli stolti lo possono pensare. In Italia é crollato un sistema e ne é nato un altro, dove i partiti identitari sono stati sostituiti da nuovi soggetti e sigle senza storia e cultura politica. Aver tenuto insieme la nostra piccola comunità con enormi sacrifici, é stato miracoloso, soprattutto dopo il 2008 e fino al 2013, senza un parlamentare, senza un soldo, senza null’altro che non fosse la nostra passione. Per questo sono diventato intollerante verso i cosiddetti socialisti di Facebook, che osservano noi nuotare contro vento e si divertono dal bordo del fiume a lanciare sassi. Con sadico piacere. Questo non significa che non si potesse far meglio e che non siano stati compiuti errori. Ma se ogni volta che nasce un dissenso, spesso per mancate candidature o per questioni personali, più raramente per diversità politiche, si sbatte la porta in faccia, non credo si dia un buon esempio. La porta oggi deve riaprirsi per tutti quelli che intendano tornare a far parte della nostra comunità accettandone le regole. A patto che non sia una porta girevole. Non è vietato sostenere di essere socialisti ma fuori dall’attuale Psi. E’ insostenibile dichiararsi fuori dal Psi perché si é socialisti.

Il congresso é ormai fissato, dopo il Consiglio nazionale e la Convention di fine anno. Tutti devono potervi partecipare, ognuno recando il suo contributo, ma dopo avere dato materialmente un aiuto che ci permetta di vivere. Discuteremo di norme congressuali. Dico subito che sono a favore di un congresso aperto e nato dal basso. Chiunque voglia parteciparvi é chiamato anche a recare un sostegno economico, potrebbero partecipare anche associazioni, movimenti, circoli di non iscritti purché accreditati, le tesi dovrebbero costituire solo una cornice possibilmente unitaria dentro la quale collocare idee, spunti, annotazioni da raccogliere nelle assemblee provinciali.

L’assise nazionale, attraverso la commissione politica, potrebbe alla fine elaborare una o più proposte di documento finale da votare da parte dei delegati. Segretario e presidente potrebbero essere entrambi eletti direttamente dal congresso, assieme al Consiglio nazionale, di cento persone, che a sua volta dovrebbe eleggere una direzione di non più di trenta e una segreteria di dieci. Ovviamente queste sono mie idee sulle quali ragionare insieme. Ma non v’é dubbio che un congresso, da svolgere prima di quello del Pd, dovrà assumere connotati nuovi: costituire una tribuna politica per tutta l’opposizione al governo dei vicepresidenti, rinnovare il gruppo dirigente, non solo dal punto di vista generazionale, ma anche seguendo meriti politici ed elettorali nella sua selezione, aggregare il massimo possibile di socialisti ancora ai margini del partito, o per scelta o per condizioni locali, dotarsi di organi snelli, senza ricorrere al vecchio principio secondo il quale é opportuno accontentare tutti. Si può aprire una nuova stagione politica. Apriamola tutti insieme. A nessun socialista italiano sia consentito sostenere che il Psi non é il suo partito.

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