Reazioni a Cinque stelle
Se Toninelli vede un tunnel che non é ancora finito e che il ministro Fraccaro invece non vorrebbe neppure completare, dopo il Sì Tap adesso i Cinque stelle sanno benissimo che devono passare anche al Sì Tav. Salvini gongola dall’alto del suo 30 e più per cento che i sondaggi gli attribuiscono e plaude ai 30mila in piazza a Torino in appoggio alla Tav, che costerebbe di più (tra penali e distruzione del costruito) non ultimare piuttosto che ultimare. Dopo l’assoluzione di Virginia Raggi i Cinque stelle hanno perso le staffe, ammesso che prima fossero più equilibrati. Di Maio, che vuol chiudere i negozi alla domenica ha definito “fighetto” il sindaco Sala che lo ha invitato a chiuderli ad Avellino, mentre i giornalisti sono stati definiti da Di Maio “sciacalli, corrotti, cani da riporto”. L’uomo dal dorato esilio, il futuro leader tenuto in frigo, Di Battista, ha aggiunto, lui che deve sempre fare più uno, “pennivendoli e vere puttane”. Di Maio ha annunciato anche una nuova legge sull’editoria. Speriamo non sia come quella del 1926. In fondo, almeno a parole, il governo Mussolini non era mai arrivato a tanto.
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