Calcio, razzismo, criminali e modello inglese
Un altro morto per le violenze di criminali che si dicono tifosi. Aspettiamo le indagini delle autorità preposte, ma fin d’ora sappiamo che ci sono stati scontri tra interisti e napoletani, con questi ultimi aggrediti da quegli altri in via Novara presso San Siro, prima della partita tra Inter e Napoli. Leggiamo di accoltellamenti, di botte e di sprangate, e di uno di questi finito sotto un Suv che ha perso la vita mentre altri sono stati feriti. Questo, come gli incivili buu lanciati a Koulibaly durante la gara, non ha nulla a che vedere col mondo dello sport e del calcio, anzi ne rappresenta un’evidente negazione. Ritengo che vada rivoluzionata la legge italiana sul modello di quella inglese. Sono per punire severamente i responsabili, non gli innocenti. Si sciolgano le organizzazioni a cui questi criminali fanno capo e gli si impedisca per sempre l’ingresso agli stadi. Squalificare un’intera curva o giocare due partite a porte chiuse non serve a nulla. In Italia si usa sparare nel mucchio, altrove, in Inghilterra si puniscono i responsabili e si sciolgono i club di cui fanno parte. In Italia gli stadi sono militarizzati e i delinquenti proliferano, in Inghilterra non esistono barriere né biglietti nominativi e gli stadi sono pieni di intere famiglie e bambini. In Inghilterra anche nelle curve ognuno é controllato e deve rimanere al suo posto, in Italia nelle curve gli steward non ci vanno e le società sono complici coi violenti e i delinquenti che, come il caso della Juve insegna, vendono biglietti e droga. Basta, le autorità e le società facciano un esame di coscienza e prendano lezioni da chi questi problemi ha risolto da tempo. Chi ha il compito di legiferare impari l’inglese. Chi ha il compito di vigilare non si comporti con la comoda logica del “forti coi deboli e deboli coi forti”. Fuori per sempre i violenti e i razzisti dagli stadi e dallo sport.
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