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Il congresso di marzo

18 Febbraio 2019 598 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Dunque sabato scorso il Consiglio nazionale, in largo numero legale, ha approvato le norme congressuali e dato il via al congresso che si celebrerà a Roma il 29-30 e 31 marzo prossimi. Ad onta dei soliti profeti di sventura tutto si é svolto all’insegna dell’unità e la votazione non ha fatto registrare alcun dissenso. Ci sarà tempo fino a mercoledì sera per presentare le mozioni che dovranno essere firmate da almeno il dieci per cento dei componenti il Consiglio nazionale e contenere il nominativo del candidato alla segreteria. Le assemblee, o congressi provinciali, dovranno essere tenute entro il 24 marzo e le assise regionali entro luglio. Possono votare tutti gli iscritti al solo 2018 in regola col pagamento della tessera. Il congresso nazionale eleggerà il Consiglio nazionale sulla base di una percentuale affidata a designazioni regionali e un’altra a designazione centrale e a scrutinio segreto di tutti i delegati verrà eletto il nuovo segretario del partito, oltre agli organi di controllo.

Il congresso socialista risponderà a tre esigenze. La prima è quella di misurare il risultato di un appello all’unitá socialista che il segretario Riccardo Nencini ha rivolto a tutti. La seconda é quella riferita alla linea da seguire per le imminenti elezioni europee, che saranno decisive per il futuro dell’Europa il cui sviluppo unitario é messo in discussione dagli attacchi dei sovranisti e dei populisti. La terza è quella di ipotizzare un futuro per il socialismo democratico, liberale, riformista in Italia. Il Psi si presenta all’appuntamento consapevole di essere l’unico partito della prima repubblica ancora presente nelle istituzioni, con due parlamentari, tre consiglieri e un assessore regionale, due presidenti di provincia, una decina di sindaci, un migliaio di consiglieri e amministratori locali, che dispone di federazioni praticamente in ogni provincia, con molte sezioni sub provinciali, che può contare su quasi 20mila iscritti, un quotidiano online, Avanti, un periodico su carta, Mondoperaio e una Fondazione storico-culturale.

Inutile paragonarlo a quello che era un quarto di secolo fa. Inutile, dannoso, frustrante. Anche perché questa nostra piccola comunità non ha alternative oggi. Il Psi é infatti l’unico partito della prima repubblica che non ha avuto un erede nella cosiddetta seconda, contrariamente al Pci e alla Dc ma anche all’Msi. Ed é l’unico partito che si ricollega direttamente alla storia e all’identità socialista italiana. Quelli che ci hanno lasciato perché siamo deboli sono svaniti. I due deputati eletti da noi nel 2013, e che avevano aderito al Pd, non sono stati ricandidati, Risorgimento socialista é finita coi neo comunisti in Potere al popolo senza risultati e riconoscimenti, i compagni di Area socialista, poi Socialisti in movimento, hanno tentato un raccordo con LeU senza risultato e qualcuno è rientrato ed é stato accolto con rispetto e fraternità, i compagni riuniti a Rimini hanno solo fondato un’associazione. Dunque teniamoci stretta questa nostra piccola comunità che esiste e resiste. E cerchiamo, anche attraverso il nostro congresso, di offrire un contributo a tutta l’area riformista ed europeista italiana. Che ha bisogno di idee e di proposte anche da noi. E noi le metteremo sul tavolo.

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