PDZ
Nasce il nuovo Pd. Il Pd a guida Zingaretti. Anzi il Pd di Zingaretti, il Pdz, visto che il governatore del Lazio ha ottenuto alle primarie di ieri quasi il 70 per cento dei suffragi relegando Giachetti, ma ancor più Martina, il suo vero sfidante, nella parte dei comprimari. Ha ragione il Pd a manifestare soddisfazione dopo una prova che ha segnato la partecipazione di oltre un milione, si dice un milione e mezzo, di votanti. E ha altresì ragione a rallegrarsene alla luce dei cinquantamila grillini che hanno partecipato al referendum su Salvini.
Restano però ancora tutte le domande precedenti. Rallegrarsi di due elezioni che hanno segnato il passaggio di due governi dal centro-sinistra (Abruzzo e Sardegna) al centro-destra, solo perché la coalizione, non il Pd, ha registrato una leggera avanzata rispetto alle politiche, o ritenere di essere usciti dalla crisi solo perché alle primarie la partecipazione é stata elevata, ma minore rispetto a quella che incoronò Prodi, Bersani e Renzi, pare eccessivo. Adesso é il momento della politica e il Pd deve innanzitutto misurarsi con le idee da mettere in campo per contrastare il governo e per le imminenti elezioni europee.
La parola passa a Zingaretti, visto che da oggi, dopo la consegna annunciata dei renziani, è lui il nuovo leader del partito. Con estremo piacere abbiamo ascoltato parole nuove nelle sue non poche interviste televisive. E’ musica per le nostre orecchie la manifestata indisponibilità, a fronte di un’eventuale crisi di governo, a un’intesa coi Cinque stelle, cosi come la proclamata disponibilità anche a sacrificare il nome e il simbolo del Pd per una lista unica del centro-sinistra alle consultazioni europee, cosi come anticipata da Carlo Calenda, improvvisato scrutatore alle primarie di Roma.
L’impressione é che la lista unica sia già tramontata per il diniego di Più Europa (il rischio di non superare il 4 per cento è meno alto della certezza di non eleggere nessuno in una lista unitaria). Resta da comprendere se il Pd lancerà la proposta di una lista del socialismo europeo alla quale i socialisti italiani non potrebbero che aderire o se si limiterà ad allargare la sua lista a qualche pur prestigioso indipendente, e in quel caso il Psi dovrà orientarsi diversamente. Attendiamo fiduciosi Zingaretti, cercheremo anche di interpretare la scelta dei suoi collaboratori perché, come diceva Nenni, “ le idee marciano sulle gambe degli uomini”. Se la sua zeta sarà come quella di Zorro assisteremo a novità corpose.
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