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Per Salvini Carola è come Goering

3 Luglio 2019 612 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Salvini é al 38 per cento dopo non aver condannato gli insulti e le minacce dei suoi contro una ragazza al molo di Lampedusa. Ieri l’ha definita “una criminale di guerra.”. Come Goering, come Himmler. L’isterismo di cui ha parlato Macron dilaga e piace. Il popolo italiano ci casca come sempre. Ho sempre combattuto, come potevo, tutti gli umori irrazionali di cui è pervasa la storia d’Italia e sono contento di non essere mai stato dalla parte della maggioranza. Per 44 anni la maggioranza ha votato due partiti (la Dc e il Pci) che favorivano il più assoluto immobilismo e la mancanza di un’alternanza.

Poi hanno dato fiducia, molto relativa a Craxi, lasciandolo morire da bandito in un paese straniero, dopo aver accusato Andreotti (in seguito assolto) di essere mafioso e assassino. Hanno creduto in Berlusconi (il più grande finanziatore del Psi) e gli hanno consegnato il potere, mentre Craxi soffriva malato e solo ad Hammamet. Ed eravamo al paradosso più inquietante. Poi hanno considerato Berlusconi un mascalzone e gli hanno tolto quasi tutti i voti quasi azzerandolo. Hanno creduto in Renzi come novello messia, poi lo hanno subito gettato nel cestino degli oggetti da dimenticare. Si sono affidati ai Cinque stelle, ma subito li hanno giudicati degli incapaci sottraendo loro la metà dei consensi attribuiti l’anno precedente. Hanno allora premiato Salvini che inzufola tutti sul tema dell’immigrazione senza affrontarla per quel che è ma per quel che rende. Non so quanto potrà durare.

Si il comportamento elettorale degli italiani dal 1994 ad oggi (sono sempre stati puniti i governi e premiate le opposizioni) é stato ispirato alla voglia di contrastare più che di costruire e questo atteggiamento destrutturante ha finito per eliminare il centro, che non esiste più né a destra né a sinistra. Punendo cosi la moderazione, il buon senso, l’equilibrio. Non ci sono più, solo in Italia, i partiti storici che esistono in tutti gli altri paesi d’Europa. Il popolo italiano non ha legami, non vive in comunità solidali, si sente in preda a continue convulsioni, a profondi rancori. Ci hanno insegnato nella storia che nei momenti di crisi si cerca un capro espiatorio. I tedeschi, dopo il 1929, trovarono gli ebrei. Noi abbiamo i migranti. Non c’é nessuna invasione. I migranti regolari sono solo l’8 per cento della popolazione, quelli irregolari meno del 1%. Dati inferiori alla maggioranza dei paesi europei. Eppure se le cose vanno male è colpa loro. Prima gli italiani, allora. E chiudiamo i porti e costruiamo muri e alziamo fili spinati e lasciamo in mare i naufraghi che Salvini aumenta i voti e gli italiani gli danno ragione. Anche quelli che stanno bene e non vivono nelle periferie disagiate. Perché anche loro sono vittime della propaganda.

Aiutiamoli a casa loro, si dice. Ma come? L’Italia non sta facendo nulla per aiutarli. Minniti aveva cominciato coi patti economici riguardo ai paesi d’origine dei migranti irregolari. Per rendere possibile il loro rimpatrio. Salvini è troppo interessato a trarre profitto dalla clandestinità e assai meno a risolverla. Prima gli italiani, e dopo se ce n’è anche gli altri. Bel concetto per un socialista che guarda al mondo, per un radicale che ha combattuto contro la fame, per un riformista che credeva che Craxi, responsabile della questione del terzo mondo a nome dell’Onu, avesse ragione quando ammoniva i paesi ricchi a muoversi perché altrimenti le migrazioni sarebbero state inevitabili. Prima chi ha più bisogno direbbero Turati, Prampolini. Il meglio della storia socialista.

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