Ma la magistratura si autoassolve? (Da il Resto del Carlino, 1 agosto 2019)
Quello che non mi torna nella vicenda di Bibbiano è la catena delle responsabilità. Stabilite quelle dei servizi sociali e degli psicologi, sui quali indagano i magistrati e vedremo a quale conclusione si arriverà, resta quella del sindaco di Bibbiano Carletti, tuttora tenuto agli arresti domiciliari con un’accusa apparentemente minore e relativa alla concessione di locali pubblici definiti “La cura”, senza gara, ad un ente privato, cioè la Hansel e Gretel. Si tratta di un’accusa che merita tuttora gli arresti domiciliari? Il sindaco non aveva alcun potere di firma negli atti che hanno portato agli abusi denunciati. Chi invece aveva potere decisionale era il magistrato competente. Cioè quello del Tribunale per i minorenni di Bologna, certo sulla base di relazioni e documentazioni degli stessi servizi sociali e degli psicologi. Ma sui diversi magistrati di quel tribunale che gli atti formali (considerati illeciti) hanno firmato non è stato preso alcun provvedimento giudiziario. Giusto ribadire che gli atti venivano firmati, penso anche in assoluta buonafede, sulla base di accertamenti dei quali si confidava l’assoluta liceità. Ma un magistrato, prima di apporre una firma, sull’allontanamento di un figlio dalla propria famiglia e sul successivo affido, non aveva il dovere di verificare la situazione? E come mai, tra tutti gli indagati, non figura neanche un magistrato? La magistratura ha pensato bene di autoassolversi in anticipo? Non mi pare un buon esempio.
Mauro Del Bue
Il problema posto da Mauro Del Bue è importante e c’era (e c’è tutto’ora) un metodo abbastanza semplice per capire se un rapporto tra un bambino e i suoi genitori è normale o no. Ogni bimbo ha un suo pediatra di base. Quello che mi chiedo è come mai prima di decidere dell’allontanamento i Magistrati non hanno interrogato il pediatra?
Questo problema va anche valutato da un altro punto di vista. Prendiamo il caso dei genitori di un bambino dove sono state formulate accuse di maltrattamenti. Se il fatto è vero, come mai il pediatra non se ne è accorto e non ha presentato referto all’Atorità Giudiziaria. In tal caso dovrebbe essere accusato di omissione di referto.
Se il fatto è falso pensiamo ad un pediatra che prende atto che il bambino non è più suo assistito, viene tolto ai genitori naturali e viene affidato ad un’altra coppia, come mai il pediatra non fa un esposto?
Tra un laureato in medicina e uno psicologo ci vedo un abisso. Lo psicologo valuta con una percentuale di errore elevatissima. Anche il pediatra può sbagliare, ma ha un patrimonio culturale e scientifico tale che può fare valutazioni oggettive.
Concordo caro Carlo
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