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Anatomia di un governo

5 Settembre 2019 792 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

E’ nato il governo Conte bis. Con Cinque stelle, Pd, Leu, che lo compongono. Ai Cinque stelle la parte preminente: la presidenza del Consiglio, anche se Conte é solo un indipendente grillino, il sottosegretario alla presidenza (senza vice é un po’ solo un gradino sotto il presidente), il ministero degli Esteri, con Di Maio, che non é più vice presidente del Consiglio ma ricopre il ruolo che fu di Nenni, Saragat, Moro, Andreotti. Diciamo che si tratta della seconda poltrona dell’esecutivo. Agli Interni non un Pd ( (non capisco perché non il bravo Minniti), ma un indipendente, la Lamorgese, che al ministero aveva coadiuvato Maroni, e all’Economia Roberto Gualtieri, euro deputato del Pd e del gruppo socialista. Delle cinque massime postazioni tre sono andate ai grillini, una a un tecnico e una al Pd. Poi ci sono gli altri.

Complessivamente sono 10 i ministri dei Cinque stelle, tra i confermati, rispetto al Conte uno, Bonafede alla Giustizia, Fraccaro, che si sposta a sottosegretario della presidenza del Consiglio, e Costa all’ambiente (si riproporrà l’inutile riforma della Giustizia e il no a tutti gli inceneritori?). Tra i nuovi Roberto Speranza alla Salute, un ministero importante per un esponente della sinistra. Gira un programma che avrebbe dovuto essere concepito come fondamenta dell’accordo politico e che invece ha seguito la convergenza sui nomi. Pare ormai certa la nomina di Paolo Gentiloni a commissario Ue, mentre il renziano (o ex renziano) Guerini avrà l’importante dicastero della Difesa. Fuori a sorpresa le renziane Ascani e Serracchiani e dentro la Bonetti (Pari opportunità) e la Bellanova (Agricoltura).

La maggioranza sarà solida alla Camera e meno al Senato, dove la fiducia passa dal voto favorevole del Misto (basterebbero però i 3 di Leu) e del Gruppo delle Autonomie. Tutti saranno più o meno accontentati e cosi il Conte due potrà decollare. Il Psi ha dato mandato al segretario Vincenzo Maraio di definire la propria posizione, tenendo presente che la tendenza prevalente dei compagni della Direzione si é espressa per un voto a favore. Più complessa la situazione di Più Europa, come partito contrario a maggioranza all’appoggio, ma con tre parlamentari su quattro favorevoli. Intanto Carlo Calenda annuncia la nascita di un soggetto politico capace di interpretare tutti i riformisti, aperto, come il partito radicale, alla doppia tessera. Anche la Bonino sarà della partita? E che fine faranno i tre parlamentari di Più Europa che annunciano di votare a favore, sfidando dunque le decisioni del loro partito?

Fibrillazioni che non mancano certo né nei Cinque stelle con diversi parlamentari assai critici rispetto alla soluzione politica adottata e anche nel Pd con alcuni esponenti, a cominciare dal sassolese Richetti, che hanno apertamente contestato il nuovo esecutivo giallorosso. Non mancano voci critiche anche alla sinistra del Pd con Fassina che ha accusato come cedimento il voto a favore della Von der Lehyen in Europa. Ad ogni modo siamo, se non si verificheranno sorprese nel voto del Senato, al via del nuovo governo. Anche quando, come é il mio caso, si dissente si ha il dovere di formulare alla nuova navicella una buona navigazione. In gioco c’é il futuro dell’Italia, cioè di tutti noi. Auguri dunque al Conte due.

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