Solidarietà alla Bellanova
Non ne potevamo più di veline, di belle faccine, di ragazze prestate alla politica dai talk show, dal Grande fratello e chi più ne ha più ne metta. A me fa ancora disgusto quella telefonata di Berlusconi a Nicole Minetti, la sua avvenente amica, che si conclude con quel: “La prossima volta ti porto in Parlamento”. E non fuori a cena. Come se il Parlamento non fosse la massima istituzione rappresentativa della nostra democrazia, ma un premio da officiare alla stregua di un mazzo di rose o di un gioiello. Basta anche col giovanilismo estetico alla Renzi coi suoi ragazzotti ben vestiti e ben pettinati della Leopolda. Finalmente rivediamo volti scavati dal tempo e dalla fatica come quello di Tina Anselmi o della nostra Giuliana Nenni. Plaudiamo dunque alla nuova ministra dell’Agricoltura, la pidina Teresa Bellanova, bracciante e poi sindacalista, che non aveva i soldi per studiare e per imbellettarsi ma che si é battuta in prima fila contro il caporalato nel campi del Sud. Quelli che hanno irriso verso il suo aspetto e sul suo curriculum sono solo idioti, questi sì analfabeti, nonostante la laurea…
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