Dal il Resto del Carlino dell’8 ottobre 2019 “Sempre col segretario”
Come nella migliore tradizione comunista i dirigenti emiliani stanno col segretario del partito. Ieri l’altro, ai tempi del Pci, con Togliatti, poi con Longo e Berlinguer, fino ad Occhetto (unica eccezione Vincenzo Bertolini che non lo votò segretario nel Comitato centrale che lo elesse). Da allora nessuno ha fatto obiezioni. Nei diesse erano dalemiani o veltorniani a seconda di chi guidasse il partito. Poi nasce il Pd e dopo il veltronismo con tanto di slogan copiato da Obama “Si può fare”, ecco la stagione di Bersani e la stragrande maggioranza dei pidini reggiani ed emiliani si identificarono con lui alle primarie del novembre 2012, quando l’esegeta dei più originali proverbi sconfisse nettamente Renzi e Vendola. Poi fu la volta di Renzi e anche coloro che stavano con Bersani divennero renziani convinti tanto che quando Bersani lasciò il Pd quasi nessuno lo seguì. Stessa cosa oggi con Zingaretti. Bersaniani, renziani e oggi zingarettiani cosa cambia? Renzi lascia il partito e a Reggio nessuno o quasi nessuno lo segue? Anche questa è coerenza. Al di là della politica il segretario ha sempre ragione.
Mauro Del Bue
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