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Le dieci verità sul Pool Mani pulite

3 Febbraio 2020 467 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

A proposito delle dichiarazionii di Di Pietro e Davigo sull’azione dei magistrati del Pool Mani pulite propongo dieci verità inoppugnabili.

 

1) L’indagine di Mani pulite si é fondata sul carcere preventivo usato come tortura per far confessare gli imputati. Quindi l’operazione Mani pulite, come ebbe l’ardire di ammettere l’ambasciatore americano Bartholomew, era illegittima.

 

2) Si é trattato di un’indagine politica. E cioè sviluppata solo quando, a tre anni dalla fine del comunismo, il sistema politico italiano aveva perso la sua giustificazione fondamentale. Tutti, a cominciare dai magistrati, conoscevano alla perfezione il modo di finanziamento dei partiti e nessuno, o quasi, aveva messo in moto negli anni precedenti un’indagine siffatta.

 

3) Mani pulite é stata strabica. Ha visto quel che voleva vedere e non ha visto quel che non voleva vedere. Ha indagato e condannato il segretario di un partito “perché non poteva non sapere” mentre gli altri (leggete la polemica sentenza di Nordio a proposito di Occhetto e D’Alema) “potevano non sapere”.

 

4) Nel novembre del 1989, proprio dopo la caduta del Muro, il Parlamento approvò una legge di amnistia che comprendeva anche il finanziamento illecito ai partiti. Merito del Pci aver capito che il 1989 chiudeva una fase e che poteva mettere nel dimenticatoio i finanziamenti che provenivano dall’Urss, dabbenaggine degli altri non averlo compreso.

 

5) Il Pool mani pulite (che agiva come riferimento nazionale di tutte le procure d’Italia) si comportò tra il 1992 e il 1994 come un drappello di golpisti, perché bloccò, coinvolgendo un presidente della Repubblica ricattabile, due decreti per depenalizzare il finanziamento illecito ai partiti: quello di Conso del 1993 e quello di Biondi del 1994.

 

6) Il segretario del Psi disponeva anche di fondi illeciti a sua personale discrezione? Questo non lo so. So di certo che quando Benvenuto divenne segretario, io ero in segreteria, Craxi propose al nuovo segretario di farsi carico dei fondi esteri e quest’ultimo ovviamente rifiutò.

 

7) Certamente esisteva una certa confusione nella gestione di quei fondi che erano intestati a diversi prestanome. Ma una certa quantità, oltre alle ingenti spese per la gestione del Partito e dei suoi organi di informazione, erano destinati ai congressi e alle campagne elettorali, ma anche a movimenti di resistenza e di liberazione all’estero..

 

8) Non si é mai visto che un simbolo della rivoluzione giudiziaria, Di Pietro, si trasformasse in un capo politico utilizzando la notorietà e le notizie acquisite durante le sue stesse indagini. Altro che indipendenza del potere giudiziario…

 

9) Ma il paradosso più incredibile é che Tangentopoli ha partorito come prima conseguenza la vittoria di Berlusconi, mentre Craxi era ad Hammamet e trattato come un reprobo. Berlusconi é stato il maggiore finanziatore del Psi e Craxi un uomo politico e uno statista. Meraviglioso no?

 

10) Lasciamo perdere la frase di Borrelli secondo il quale non valeva la pena lasciare il mondo vecchio per entrare in quello attuale. Ma che la Lega abbia sottratto allo stato 49 milioni di euro, poco meno della tangente Enimont che serviva per tutti i partiti, e raddoppi i voti é il segno che agli italiani della questione morale non é mai interessato un tubo e, come scriveva Luciano Cafagna, “quando sorge una questione morale é perché esiste una questione politica”.

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