Madame adorable
Christine Lagarde si è dimostrata una nouvelle Jeanne d’Arc all’incontrario. Una portatrice di sconfitte, anzi di sciagure. Un po’ come il leghista Borghi che, quando parlava, faceva automaticamente aumentare lo spread. Qualcuno ha calcolato che ogni sua parola corrispondeva a uno 0.1% di rialzo dei tassi d ‘interesse dell’Italia. Riuscire a farlo tacere era un affare. Ma per sua fortuna il simpatico e stravagante parlamentare lombardo non ha mai avuto i poteri del presidente della Banca centrale europea. Questa donnina francese, smilza e dal sorriso raro, più volte ministro del suo paese, nessuno ha avuto il modo di valutarla per bene nelle vesti di direttrice generale del Fondo monetario internazionale, ove subentrò nel 2011 al posto di quello Strauss Kahn affondato per i suoi giochi erotici. In quel ruolo Christine venne riconfermata nel 2016 nonostante qualche guaio che pareva compromettere lei e l’ex presidente francese Sarkozy. Da pochi mesi è subentrata a Mario Draghi come presidente della Banca centrale europea. Vuoi che sia stata solo una gaffe quella frase sulla impossibilità della Banca centrale europea di occuparsi dello spread dei singoli paesi? Come se il suo predecessore non l’avesse fatto anche attraverso il QE? Vuoi che sia stato un caso il fatto che la Bce abbia recentemente deciso di diminuire sostanzialmente la somma impiegata recentemente? O smilza Christine, non è per caso che tu rispondi ai cosiddetti paesi forti e non ti va di occuparti dei deboli? Vuoi che Francia e Germania, che pure non sono nelle stesse condizioni, ne approfittino? Resta il fatto che le parole della sciagurata Christine hanno affossato le borse, infiammato i mercati, rialzato lo spread (cioè il differenziale tra i tassi d’interesse praticati sul debito dei singoli paesi rispetto a quelli tedeschi). Una dichiarazione che è costata più di mille esternazioni di Borghi all’Italia. Un record e proprio mentre l’Italia sta combattendo la battaglia drammatica contro un virus che sta mietendo vittime e affossandone l’economia. Non ce lo dimenticheremo, madame adorable…
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