La Bonino mi scrive
Da un mese circa Emma Bonino risponde scrupolosamente ad ogni articolo da me inviato. Generalmente con tono affettuoso e con convinto consenso. L’ultima sua mail, a commento del mio editoriale di ieri, era invece apertamente critica. Eppure finivamo per dire le stesse cose. Emma mi diceva che non era l’Europa da mettere sotto processo, a proposito della mancanza di una strategia comune sull’emergenza coronavirus, ma gli stati membri. In fondo era esattamente che quel avevo scritto. Ma gli stati membri rappresentano l’Europa, che é appunto costituita da nazioni che hanno deciso di sottoscrivere un trattato a Maastricht nel 1992, di darsi dele regole comuni e dei vincoli e di dotarsi di una nuova moneta. Il vero problema sta proprio nella mancata volontà degli stati membri di delegare poteri alle istituzioni europee. Il fatto che non si riesca a superare questa triadicità costituita dal parlamento, eletto a suffragio universale, dalla commissione, designata dagli stati membri e dal Consiglio con la presenza dei governi delle varie nazioni, la dice lunga sulla mancanza di poteri chiari ed espliciti. Ora il problema che ponevo nell’articolo era proprio il seguente. A me pare, col superamento, speriamo transitorio, del trattato di Schengen, con lo sforamento dei vincoli di Maastricht nel rapporto deficit-Pil, con il venir meno del patto di solidarietà, che di questa ombra di Europa rimanga poco o nulla. E forse sarà un bene. Il dopo virus sarà infatti chiamato a rispondere alla domanda su quale Europa vogliamo costruire, visto che l’altra è stata azzerata e forse definitivamente. Certo vogliamo, noi europeisti, costruire l’Europa politica con un governo eletto dal parlamento e con un presidente eletto anch’esso (il capo dell’esecutivo, non il presidente del Parlamento), con ministri in tutti i settori chiave, Interni, Esteri, Difesa, Sanità. Cioè vogliamo costruire gli stati uniti d’Europa. Quelli che forse si dovevano creare come necessaria premessa all’unione monetaria. Questa sarà l’unica opzione capace di sconfiggere i sovranismi, che pensano di tornare alle vecchie autarchie, mentre il mondo diventa sempre più unito. Non solo dai mercati e dai commerci, ma anche dalle malattie, che non conoscono confini e barriere, non concepiscono differenze di luogo e di regime. Parlano anche loro un linguaggio globale a cui si può rispondere solo in modo unitario. Dante Alighieri profetizzò, nel suo De Monarchia, un governo per l’intero pianeta conosciuto. Oggi a maggior ragione, con l’economia, i commerci, e anche le malattie globali, sarebbe necessario e a questo il futuro sara chiamato a rispondere. Sfaldare l’Europa ci condurrebbe nella direzione opposta. Mantenerla com’é non sarà più possibile..
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