Quello che non va
Abbiamo avuto modo di apprezzare diverse scelte del governo e di giustificarne altre alla luce dell’imprevedibile sconquasso portato da un’epidemia tragica e di dimensioni imprevedibili. Oggi, a circa due mesi dall’inizio di questo cataclisma, non possiamo però tacere su alcune carenze mostrate, cominciando con quelle emerse a livello sanitario. Siamo il paese che continua a enumerare il maggior numero di morti e che detiene la percentuale più alta in rapporto ai supposti (li definisco così perché pare che in realtà siano molti di più) contagiati (anche se da verifiche attente su diverse decine di comuni pare che anche i morti siano più numerosi). Perché questa eccessiva mortalità, oggi oltre 18mila su 143mila contagiati complessivi, tra l’8 e il 9% contro il 3,4% di media che la malattia ha seminato nel mondo. In Germania il dato più basso: su 118mila casi poco più di 2mila decessi, meno del 2%. E’ tutto frutto del caso? E’ solo dovuto agli asintomatici che solo in Italia sarebbero un numero debordante? O sono stati compiuti errori? E quali? Certo aver lasciato circolare per almeno due settimane, come oggi rivelano gli epidemiologi, il virus in Lombardia ha influito. Ma siamo stati i primi a dover combattere col mostro. Non era facile farci trovare già preparati. E il ritardo, questo solo colpevole, delle mascherine che sono arrivate due mesi dopo i primi contagi, anche per i medici e per gli infermieri? E ben 105 di questi sono morti per non essere stati adeguatamente protetti? E la mancata vigilanza sulle Case di riposo dove al pericolo dell’assembramento si somma il rischio alto dell’anzianità dei ricoverati? Quanti siano i contagiati nelle carceri, parlo del numero vero, qualcuno dovrà pure rivelarcelo. E il numero basso di tamponi, solo recentemente portato, sopratutto in alcune province, a livelli accettabili, mentre in Germania pare se ne siano consumati dieci volte di più? E gli esami del sangue per accertare che vi sia, che vi si stata, e in quest’ultimo caso che sia subentrata una sorta di immunità, che in Germania, ma anche in Corea del nord, hanno dato origine all’individuazione di una app di libero transito, dove stanno in Italia? Sconcerta quell’ammissione del prof. Galli ieri sera in Tv, secondo il quale non abbiamo risorse sufficienti per tamponare e esaminare in quantità elevate. Ovvio, rispetto alla Germania. E ha allargato le braccia. Ma non avevamo il più bel sistema sanitario del mondo?
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