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Il caos

14 Aprile 2020 414 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

La parola alla politica. Il decreto del governo sulle riaperture viene corretto e spesso contraddetto dalle ordinanze dei governatori regionali. Riaprono da oggi librerie e cartolerie, annuncia Conte, ma in Lombardia, in Piemonte, in Trentino Alto Adige, in Campania invece no, mentre in Toscana solo a ulteriori condizioni e non da oggi, ma dal 27 aprile, una settimana prima di ulteriori annunciate aperture. Nel Lazio le librerie e le cartolerie potranno riaprire, ma solo dal 20 aprile. In Veneto invece si potrà aprire molto di più (le aziende metalmeccaniche, pare) e il footing ë consentito anche oltre i 200 metri da casa, ma le librerie e le cartolerie (sembra un dispetto al governo) potranno riaprire solo due giorni la settimana. E il footing sarà ammesso solo per sgranchirsi le gambe, non per preparare la maratona, chiarisce con incomprensibile e non verificabile condizione il governatore Zaia. Le mascherine, per Lombardia e Veneto, sono indispensabili, per altre regioni invece no. E il ministro Boccia chiosa: “Le regioni che le rendono obbligatorie le devono dare gratis a tutti”. Ma questo non avviene. Dal canto suo Toti, dalla Liguria, annuncia via libera a spiagge, nautica e piccola edilizia. Spiagge? Il sottosegretario al turismo assicura che quest’estate andremo tutti al mare. Al mare, ma non a scuola. Ma anche sul mare i pareri non sono uniformi. Il ministro Boccia frena. Se possiamo andare al mare perché a teatro no? Cosi la Scala annuncia il concerto di riapertura, nel ricordo di quello storico di Toscanini nel dopoguerra, con un posto occupato e uno no, mentre il mitico De Luca, chr boccia le biblioteche e le cartolerie, annuncia la riapertura dei negozi di abbigliamento per bimbi. Bontà sua. Passiamo agli scienziati. Boccia si lamenta perché ad ogni domanda riceve tre o quattro risposte diverse. Ad esempio. Il caldo ucciderà il virus? Secondo Ilaria Capua non c’è una sola possibilità su cento che questo possa avvenire, secondo l’immunologo Silvestri invece ë assai probabile. Secondo alcuni scienziati chi ha già preso il virus non lo può riprendere e diventa praticamente immune, secondo altri invece no, mentre la più parte non risponde. Già abbiamo registrato i dissensi sull’uso delle mascherine, che per il capo della Protezione civile Borrelli servono a poco e lui le non le usa, mentre per il professor Galli sono assolutamente necessarie. E per quanto riguarda il vaccino? Non lo avremo se non fra dodici-diciotto mesi, se va bene, ci hanno comunicato. Ma adesso qualcuno avanza l’ipotesi, alla luce della sperimentazione già avviata a Pomezia-Oxford, di un vaccino simile a quello trovato per Ebola pronto per l’uso già a settembre. E i tamponi di massa sono utili o no? Pare di no, per alcuni, perché permettono di segnalare una positività solo hic et nunc, ma allora facciamo le indagini sierologiche come in Corea, come in Germania. Ma anche su questo gli scienziati si dividono perché non tutti sono certi della non recidività del virus. E sulla cosi alta percentuale di morti in Italia gli scienziati che dicono? Generalmente si giustificano col fatto che i positivi accertati sono solo una minima parte degli effettivamente positivi. Ma questo riguarda solo, o soprattutto, l’Italia? Perché se cosi fosse dovrebbero anche rispondere alla domanda conseguente. E cioè, come mai? Come mai in Italia non li si é cercati? Resta sullo sfondo un bisogno di chiarezza che sfugge, una esigenza di sicurezza che, lo capisco bene, nessuno é forse in grado di garantire. Resta però almeno il bisogno di evitare, su ogni cosa, di generare il caos. Per la politica mettendo al primo poso da subito una seria e organica riforma dello stato e per la scienza affidandosi a una sola voce autorevole e rappresentativa. Nel caso di ulteriori emergenze, non si sa mai…

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