Dal Conte due al Conte tre
Dunque la maggioranza che sostiene il governo Conte, dopo aver individuato (a parole) una mediazione sulla posizione da tenere al Consiglio del 23 aprile, soprattutto attorno alle proposte relative all’utilizzo del Mes, si sfrangia clamorosamente in due a fronte della risoluzione adottata dal Parlamento europeo.Il Pd, Italia viva, Forza Italia hanno votato a favore, mentre Lega e Fratelli d’Italia contro e i Cinque stelle si sono astenuti. Ma c’é un precedente. Durante il dibattito un emendamento dei Verdi favorevole agli eurobond é stato bocciato, ma col voto favorevole del Pd, dei Cinque stelle e di Italia viva a cui ci è aggiunto anche quello di Fratelli d’Italia (contrari invece, e francamente non si capisce perché al Recovery found), mentre la Lega e Forza Italia hanno votato contro. La Lega, per bocca del suo capogruppo ha confessato di essere sempre stata contraria all’introduzione dei coronabond perché indisponibilie a “cessioni di sovranità all’Ue”, e favorevole all’intervento diretto della Bce, mentre Berlusconi si è dichiarato d’accordo sui coronabond ma contrario all’emendamento. Entrambi dovevano probabilmente adeguarsi alla posizione dei rispettivi gruppi parlamentari. Il che significa per i sovranisti l’impossibilità reale di costruire un fronte capace di fare gli interessi di ciascuno. Che l’opposizione si sia così clamorosamente divisa e abbia gettato la maschera rivelando la strumentalità delle sue posizioni è però meno grave della netta separazione al voto dei due principali partner di governo. L’oggetto della discordia continua ad essere l’utilizzo o meno del Mes, sia pure senza condizionalità e per esclusivo uso sanitario. Qualcosa come 36 miliardi che verrebbero concessi all’Italia con tassi d’interesse certamente inferiori a quelli di mercato e con una scadenza ancora da definire per i Cinque stelle sono da rifiutare preventivamente. Non vorremmo a questo punto trovarci nei panni di Conte che tra una settimana inizierà una trattativa con un governo diviso in due. Il presidente del Consiglio aveva auspicato, giorni orsono, un’unità d’intenti di tutte le forze politiche italiane e s’era lamentato, calcando oltre misura i toni nella diretta televisiva, per l’atteggiamento distruttivo che Lega e Fratelli d’Italia a suo dire continuavano a mostrare. Ora Conte si trova addirittura una maggioranza che nella massima assise elettiva europea ha votato in modo difforme sulla risoluzione approvata. A chi darà la colpa adesso e cosa andrà a dire per rappresentare la posizione (che non c’è) del suo governo? A meno che per interpretare la sua posizione prenda per buoni i voti berlusconiani, scartando quelli grillini. E passando così dal Conte due al Conte tre…
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