Finalmente la nostra Europa
Credo non sia presto per gridare vittoria. Parlo della trasformazione dell’Europa da fautrice di rigore e di vincoli, a grande continente unito dalla solidarietà e dallo sviluppo. C’é voluto il Covid, ma questa svolta é arrivata. Mettiamo in fila le decisioni assunte: il superamento del patto di stabilità, l’eliminazione del vincolo del 3 per cento nel rapporto tra Pil e deficit, nonché dei successivi vincoli imposti dal Fiscal compact, l’emissione da parte della Bce di 750 miliardi per comprare titioli e controllare lo spread, che diverranno di più, e che hanno permesso soprattutto all’Italia di mantenere gli interessi sul debito ad un livello accettabile, altrimenti sarebbero schizzati in alto e avrebbero ulteriormente incrementati il nostro già alto debito, l’istituzione del Sure per sostenere l’occupazione, e all’Italia arrivano dai 4 ai 6 miliardi di euro, la costituzione del Recovery found, con 80 miliardi a fondo perduto all’Italia e 90 a interessi vicini allo zero, vincolati a piani di sviluppo e di riforme, 36 miliardi del Mes allo 0.07 negativo, cioè io do indietro meno soldi di quelli che ricevo, vincolati a interventi sulla sanità e l’assistenza. Teniamo presente che l’Italia nelle sue aste per la vendia dei bond paga interessi tra l’1,4 e l’1.8%. Dunque i 36 miliardi del Mes ci fanno risparmiare 700-800 milioni all’anno e solo qualche deficiente autentico o qualche intelligente in malafede può rifiutarli. Se proprio vogliamo fare i conti l’Europa mette a disposizione per l’Italia 80 miliardi a fondo perduto, 36 a tasso negativo e 95 a tasso vicino allo zero. Il governo italiano, che ha stanziato complessivamente per la sua ripresa neanche un quarto di quello stanziato dall’Europa, deve dirci più che come (questo é già sostanzialmente stabilito in sede europea) se e quando é intenzionato a spendere queste ingenti risorse. Teniamo presente che ad oggi non sono ancora stati utilizzati i 36 miliardi già stanziati per le infrastrutture e che ancora non sono arrivati a chi li ha chiesti i 600 euro dei mesi di aprile e maggio (a qualcuno non sono arrivati neanche a marzo), mentre la cassa integrazione in deroga ancora non si vede e meno male che in molte aziende é stata anticipata. Quello che serve é un decreto omnibus di semplificazione (maledetta sia quella demagogica e iper leghista riforma del titolo V della Costituzione voluta dall’Ulivo). Prima la semplificazione e poi i progetti, perché il programma é già definito in sede europea e verrà verificato semestralmente (poi abbiamo anche il piano Colao). Si mettano pure a Villa Pamphili in conclave, a porte chiuse come gli stadi, ma non parlino di questioni già risolte. Affrontino e risolvano con una proposta legislativa l’assurda anomalia italiana. Unico paese al mondo che anche se ha i soldi non riesce a spenderli.
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