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Finalmente la nostra Europa

12 Giugno 2020 720 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Credo non sia presto per gridare vittoria. Parlo della trasformazione dell’Europa da fautrice di rigore e di vincoli, a grande continente unito dalla solidarietà e dallo sviluppo. C’é voluto il Covid, ma questa svolta é arrivata. Mettiamo in fila le decisioni assunte: il superamento del patto di stabilità, l’eliminazione del vincolo del 3 per cento nel rapporto tra Pil e deficit, nonché dei successivi vincoli imposti dal Fiscal compact, l’emissione da parte della Bce di 750 miliardi per comprare titioli e controllare lo spread, che diverranno di più, e che hanno permesso soprattutto all’Italia di mantenere gli interessi sul debito ad un livello accettabile, altrimenti sarebbero schizzati in alto e avrebbero ulteriormente incrementati il nostro già alto debito, l’istituzione del Sure per sostenere l’occupazione, e all’Italia arrivano dai 4 ai 6 miliardi di euro, la costituzione del Recovery found, con 80 miliardi a fondo perduto all’Italia e 90 a interessi vicini allo zero, vincolati a piani di sviluppo e di riforme, 36 miliardi del Mes allo 0.07 negativo, cioè io do indietro meno soldi di quelli che ricevo, vincolati a interventi sulla sanità e l’assistenza. Teniamo presente che l’Italia nelle sue aste per la vendia dei bond paga interessi tra l’1,4 e l’1.8%. Dunque i 36 miliardi del Mes ci fanno risparmiare 700-800 milioni all’anno e solo qualche deficiente autentico o qualche intelligente in malafede può rifiutarli. Se proprio vogliamo fare i conti l’Europa mette a disposizione per l’Italia 80 miliardi a fondo perduto, 36 a tasso negativo e 95 a tasso vicino allo zero. Il governo italiano, che ha stanziato complessivamente per la sua ripresa neanche un quarto di quello stanziato dall’Europa, deve dirci più che come (questo é già sostanzialmente stabilito in sede europea) se e quando é intenzionato a spendere queste ingenti risorse. Teniamo presente che ad oggi non sono ancora stati utilizzati i 36 miliardi già stanziati per le infrastrutture e che ancora non sono arrivati a chi li ha chiesti i 600 euro dei mesi di aprile e maggio (a qualcuno non sono arrivati neanche a marzo), mentre la cassa integrazione in deroga ancora non si vede e meno male che in molte aziende é stata anticipata. Quello che serve é un decreto omnibus di semplificazione (maledetta sia quella demagogica e iper leghista riforma del titolo V della Costituzione voluta dall’Ulivo). Prima la semplificazione e poi i progetti, perché il programma é già definito in sede europea e verrà verificato semestralmente (poi abbiamo anche il piano Colao). Si mettano pure a Villa Pamphili in conclave, a porte chiuse come gli stadi, ma non parlino di questioni già risolte. Affrontino e risolvano con una proposta legislativa l’assurda anomalia italiana. Unico paese al mondo che anche se ha i soldi non riesce a spenderli.

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