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A loro insaputa o per beneficienza?

12 Agosto 2020 400 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Almeno Al Capone era intelligente. Tanto che, con omicidi e crimini vari sul groppone, venne arrestato solo per evasione fiscale. Ma questi poveretti, che certo non hanno ammazzato nessuno, sono dei piccoli uomini. Speculano su 600 euro, briciole in rapporto ai loro stipendi, e una volta scoperti con le mani nella marmellata, si giustificano con motivazioni risibili. Costoro non hanno il naso per comprendere i rischi di una appropriazione indebita, in una fase di pandemia che ha generato una grave crisi, e si sputtanano per quattro soldi di fronte alla pubblica opinione che dei parlamentari certo non nutre grande considerazione. Questi personaggi sono comprimari fuori copione di un dramma che manca di grandi attori. Escono anche sulla scena per giustificarsi di aver perso battute e sono fischi. Ma chi li ha eletti? Parlo non solo dei 5-3 parlamentari, ma anche dei consiglieri regionali e dei candidati sindaci. Sono generalmente della Lega e questo non stupisce per quel discutibile miscuglio di interessi privati e di funzioni pubbliche che spesso ne caratterizza la classe dirigente, soprattutto in periferia. Si avvalgono, taluni, della vecchia teoria scalojana, e cioè: é stato fatto a mia insaputa. In questo caso la leggerezza é responsabilità del povero commercialista di turno che sapeva e taceva. La seconda giustificazione, o meglio tentativo di risibile auto assoluzione, é relativa a una sorta di sorprendente volontà. Qualcuno ha confessato di aver devoluto la somma in beneficienza. Bisogna essere proprio deficienti (nel senso letterale del verbo deficere) per non rendersi conto che chi ha uno stipendio da 8-10-12 mila euro, dallo stato o dalla regione, non può ottenere un sussidio per la povertà, soprattutto poi se svolge un ruolo pubblico ed é stato chiamato a legiferare quel provvedimento. Ma la storiella della beneficienza é troppo bella per non essere raccontata. Con un candore spudorato il candidato sindaco della Lega a Firenze l’ha detto papale papale. Lui ha chiesto i soldi per darli in beneficienza. E così ha ammesso di aver compiuto due gravi irregolarità, aggravando cosi la sua posizione. Primo perché le risorse stanziate non dovevano essere erogate per la beneficienza, ma per le partite Iva, secondo perché la beneficienza non la si fa coi soldi dello stato. A occhio dubito che costui abbia capito.

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