Attenti alla Troika….
Parafrasando una vecchia canzone di George Brassens, tradotta e cantata in italiano da Fabrizio De Andrè, mi vien voglia di intonare “Attenti alla Troika” Che non é il gorilla, ma un fantasma che si agita per taluni dietro il ricorso al Mes. La Troika in realtà sarebbe quella trinità composta da Ue, Banca centrale e Fondo monetario che impose alla Grecia nel 2011, in cambio dei finanziamenti del neo istituito Mes, alcune garanzie o condizionalità, come si dice oggi. I finanziamenti vennero erogati solo dopo che la Grecia, allora al governo c’era Tsipras e non un uomo di destra, aveva garantito un piano per il rientro dal più gravoso debito pubblico d’Europa, attraverso tagli alla spesa pubblica, nonché provvedimenti contro la corruzione e l’evasione fiscale. Fu l’unico caso di questa ingerenza preventiva, che possiamo definire giustificata viste le condizioni in cui versava questo Paese. E che, se la rapportiamo alla crescita greca dello scorso anno, superiore a quella italiana, non appare neppure così negativa. Ma altri paesi sono poi ricorsi ai finanziamenti del Mes con le condizioni rigide imposte dalla Commissione. Parlo della Spagna, del Portogallo, dell’Irlanda e di Cipro, paesi che hanno beneficiato dei prestiti senza gridare all’avvento della Troika e che, anche per merito di politiche economiche coraggiose e a volte impopolari, hanno rimesso ordine nelle loro economie rilanciandone lo sviluppo. La Spagna, nel 2019, ha segnato il Pil più alto, il 2,4%, dei paesi dell’Unione. Diventano insopportabili i vaniloqui sul Mes all’italiana, di specialisti di maniera, economisti di facciata, esperti di finanza di casa loro. Così come, per agitarne lo spettro, trovo incomprensibili i veti di Lega e Fratelli d’Italia che sostengono l’attualità della perdurante fobia al pari dei Cinque stelle, col presidente del Consiglio sempre più silenzioso, a volte allusivo, altre volte irritato a domande sull’argomento. Il governatore della Banca d’Italia Visco non parla a vanvera, quando sostiene che la Troika non esiste. Smontare l’esistenza del fantasma agitato per mesi e mesi ha scompaginato la psicologia dei suoi avversari. Neanche avesse rivelato a un bambino che non esiste Babbo Natale o Santa Lucia. Nel Mes, che é un istituto di credito, l’Italia é il terzo azionista. Nella Commissione l’italiano Gentiloni é il responsabile economico. Raccontano tutti balle? Non spulciate regolamenti, articoli e commi di trattati. La Commissione ha deciso, la sola preposta a farlo, che i finanziamenti abbiano una sola condizionalità, e cioè devono essere destinati a spese sanitarie. Si tratta di 37 miliardi. Che certo, essendo prestiti, vanno restituiti, spiegatelo alla Meloni, ma in dieci anni e a un tasso d’interesse praticamente a zero, assai vantaggioso per l’Italia che paga interessi tra i più alti d’Europa sul mercato. Per di più il finanziamento non viene elargito dopo particolari istruttorie, contrariamente al Recovery found, che é pieno zeppo di condizioni e di ingerenze, ma queste vanno bene, ma solo a seguito della presentazione di un piano di spese e investimenti nella sanità e nell’assistenza. Per giustificare la loro opposizione hanno dovuto inventare, i fanciulleschi creatori del pericolo Troika, il teorema assurdo secondo il quale “nel Mes é facile entrare, il difficile é uscire”, come se si trattasse di un labirinto o di un recinto di cavalli selvatici. Che cosa dovrebbe mai accadere per costoro? Che, una volta ottenuto il prestito e dopo averlo speso, il Mes, cioè anche l’Italia, ci faccia prigionieri? Roba da trovate di avanspettacolo. Pressoché tutte le regioni italiane hanno preparato piani per rafforzare la sanità, comprese quelle governate dal centro-destra. Basta allora agitare il fantasma della Troika, adesso. E’ come la storia che i bambini nascono sotto i cavoli. E’ più credibile il gorilla…
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