Ma il telefono no…
Ha ragione Mattarella. L’attenzione al Covid sta facendo ombra ad altre malattie che hanno una mortalitá decisamente superiore. Sono 630 gli italiani che muoiono ogni giorno di malattie cardiocircolari e 493 i decessi quotidiani per tumore. Secondo il professor Palù, già presidente dell’Associazione europea dei virologi, la letalità del virus é tra lo 0,2 e lo 0,4%, superiore a quella dell’influenza, ma decisamente inferiore a quella di altre epidemie, come la Sars e l’Ebola. Nel complesso dei contagiati quelli con sintomi che richiedono il ricovero ospedaliero sono meno del 5%. Detto questo, che va sempre tenuto presente, e che raramente viene dichiarato esplicitamente, bisogna difendersi dal virus, con tutti i provvedimenti necessari. E nel contempo non sfiduciare la gente rispetto alla prospettiva di un vaccino che appare più vicino del previsto. L’opposto di quel che si sta facendo. Terrorizzare, vietare, sanzionare. Senza nemmeno tenere presente le percentuali di aggressività del Covid nelle varie attività umane. Quanto é pericoloso un bar, un ristorante, una piscina, una palestra, uno stadio e quanto lo sono i trasporti, in particolare le metropolitane e i bus? Siamo convinti di decongestionarli vietando ai pochi di recarsi a teatro? Poi perché chiudere i teatri e non i musei? Perché ammettere i pranzi e non le cene al ristorante? Perché chiudere i bar alle 18 e non i supermercati? Ho letto la risposta del presidente Conte all’appello di Riccardo Muti, pubblicata dal Corriere. Non ho capito francamente quale sia la ragione delle chiusure, se anche il presidente del Consiglio condivide le preoccupazioni del maestro e se, i dati sono ufficiali, nei teatri su 347.262 spettatori da giugno a inizio ottobre si é registrato solo un caso di Covid. E allora? Mistero. Resto fiducioso che il governo spieghi meglio, finora non lo ha fatto, il motivo dell’ultimo dpcm, che d’un tratto spazza via i precedenti due di pochi giorni prima. E spero possa finire questa decretazione extra parlamentare (non si tratta di decreti legge che devono essere convertiti dal Parlamento, ma di decreti del presidente del Consiglio dei ministri, che aggirano il Parlamento e vengono trasformati, per limitare la libertá delle persone, da provvedimenti esclusivamente amministrativi in vere e proprie leggi). L’Italia é e deve restare una repubblica parlamentare e soprattuto sui temi che attengono la vita delle persone, i loro diritti e le loro attività umane, é il Parlamento l’organo sovrano. L’idea poi che, contariamente a quel che hanno sostenuto Walter Veltroni e, sia pur implicitamente, il presidente della Repubblica Mattarella, le opposizione siano praticamente escluse, così come le organizzazioni sindacali e di categoria, da ogni forma di coinvolgimento e di consultazione, mi pare francamente inaccettabile. E soprattutto incompatibile con la situazione di emergenza che pure é stata dichiarata. Negli anni settanta, accerchiati dal terrorismo e dalla crisi energetica ed economica, proclamammo che a situazioni di emergenza si dovesse rispondere con governi di emergenza. Se un tale governo, diciamo di unità nazionale, oggi pare difficilmente realizzabile, sia l’attuale governo a individuare una sede dove tutte le forze politiche siano messe in condizione di sviluppare proposte e di condividerle. Le telefonate di Conte ai leader dell’opposizione mezzora prima di firmare un dpcm sono solo atti perfino controproducenti. A situazioni di emergenza si risponda con soluzioni di emergenza. Non col telefono.
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