De Luca non vede rosso…
Ogni settimana il governatore della Campania, detto lo sceriffo, famoso per la storia dei lanciafiamme, si concede a esibizioni su Internet, che continuano a riscuotere successo. De Luca, in veste di novello Totò, esprime a voce bassa e col tono solenne i suoi giudizi, le sue critiche, sferra i suoi fendenti a destra e a manca, senza risparmiare nessuno se non se stesso. Con una notevole capacità interpretativa, da attore tragico, con spunti di sagace sarcasmo. Del sindaco di Napoli De Magistris ha detto che “meriterebbe di stare in quarantena per quarant’anni”, ha scudisciato Salvini come “sciacallo, cafone, tre volte somaro”, e poi “uno che ha la faccia come il fondo schiena”. E via recitando la sua parte da Pulcinella col bastone. Ha accusato la Lombardia di non essersi ferrmata e di “aver poi contato migliaia di morti”, scatenando la furente reazione del centro-destra. E via deluchizzando nella sua rubrica, o sketch, settimanale sul quale i suoi nemici dicono lo sceriffo conti i “mi piace”. Adesso, non sapendo più chi attaccare De Luca ha deciso di attaccare se stesso. E così dopo aver chiuso la Campania, comprese le scuole senza che nessuno gliel’avesse chiesto, si oppone allo spostamento della Campania in zona rossa. E’ gialla e tale deve rimanere. Perché in Delukistan nessuno ci deve mettere il becco. Le chiusure le decide solo lui…
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