Il divorzio e i buffoni della Tv
La tv di stato omette il ruolo del Psi nella legge sul divorzio. Se il divorzio è legge della stato questo é merito del Psi e di Loris Fortuna, un socialista autonomista, libero e un po’ anarchico che ho conosciuto e apprezzato. Certo non sottovaluto l’impegno intenso di Pannella e dei comitati dalla Lid radicati di mezza Italia. Non c’entra il Pci che fu cauto fino all’ultimo e tentò di evitare il referendum anche se poi si schierò dalla parte giusta. La legge sul divorzio, della quale domani ricorre il cinquantesimo anniversario, fa parte a pieno titolo della migliore tradizione socialista, riformista e liberale. Già nel lontanissimo 1901 due deputati del Psi, il fidentino Berenini e il reggiano Borciani, presentarono per la prima volta nella storia dell’Italia unita una proposta di legge istitutiva del divorzio. In epoca più recente, come ricorda Rino Formica, fu l’on. Luigi Sansone a riproporre la legge. Ma si deve alla protervia di Loris e alla sua convinzione di uomo dagli ideali accesi se la legge é andata finalmente in porto in quel primo di dicembre del 1970. Fu una battaglia vinta due volte. La prima in Parlamento con una maggioranza laica che andava dal Pci al Pli, e con la Dc che non aprì la crisi di governo accontentandosi della approvazione della legge sul referendum abrogativo, e poi il 12 maggio del 1974 con la vittoria laica alla consultazione referendaria. Fu una vittoria che mise l’Italia all’altezza delle democrazie europee e fu la base su cui i socialisti costruirono la campagna sui diritti civili, che portò all’approvazione della legge sull’aborto, sull’obiezione di coscienza e sul voto ai diciottenni a cui si possono unire in un unico filo quelle più recenti sulle coppie di fatto e sul fine vita.
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