Ottaviano ucciso al Senato
Ottaviano Del Turco, e devo pur precisare che non ho condiviso la sua posizione rispetto al massacro dei parlamentari socialisti nel 1994 né la sua successiva decisione di aderire al Pd, merita tutto intero il nostro affetto e la nostra solidarietà. Si trova afflitto da malattie invalidanti gravi e la sua vita é avvolta da una nube che non gli dà memoria né identità. Eppure contro di lui, a causa di una condanna indecente e immotivata, si é scagliata la scure dell’antipolitica più feroce. Già abolire i vitalizi per coloro che avevano ricevuto condanne superiori ai due anni appare alquanto discutibile e quanto hanno deciso le presidenze di Camera e Senato, allora a guida Boldrini e Grasso, appare una condanna in più rispetto a quelle già emanate dai tribunali che potevano essere sufficienti.
Ma l’antipolitica rivendicava i primi frutti. E le vittime erano individuate, le prime perché poi le altre verranno in seguito, puntuali. Ottaviano é stato arrestato e messo per diversi mesi in prigione. Al processo venne condannato per reati legati ad una inesistente corruzione. La Cassazione annullò poi le accuse più importanti e Ottaviano venne condannato solo per “induzione alla corruzione”. Un reato ridicolo e falso. Cioé lui non avrebbe preso soldi, corrotto nessuno, ma, riconosciuto non colpevole, avrebbe indotto altri a rubare. Perché? Nessuno lo dice. Il mistero del giustizialismo barbaro. Quando fu arrestato Del Turco era una persona sana e con tanta voglia di vivere. La vicenda lo ha distrutto. Ora è nella sua vecchia casa, incosciente, malato di Alzheimer, di Parkinson e con un gravissimo tumore. L’ufficio di presidenza del Senato ha pensato bene anche di sottrarre a lui il vitalizio da ex parlamentare. Ovviamente col consenso del PD, partito che ha visto Ottaviano tra i soci fondatori. Che questo partito se ne stia trincerato in un colpevole e imbarazzato silenzio, intimorito dal giustizialismo dei grillini e della feccia alla Travaglio, non é sorprendente. E’ vergognoso. Nella condizione di Ottaviano servono atti di umanità che solo i socialisti, ricchi di una virtù che pare andata in frantumi dietro vili calcoli di parte, possiedono ancora. A Ottaviano, al sindacalista socialista tifosissimo della Lazio, che ho avuto modo di conoscere e di apprezzare anche nelle sue frequenti visite a Reggio Emilia, città della moglie, a Ottaviano, socialista riformista che ha avuto l’onore di combattere l’estremismo sindacale parolaio e improduttivo e che al referendum del 1985 seppe schierare la componente socialista della Cgil dalla parte giusta, vada la nostra solidarietà e si unisca la voce dell’Avanti a quanti hanno chiesto al Senato una delibera che sancisca con un atto unilaterale un sano e umano passo indietro. Perché la giustizia e non la barbarie trionfi.
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