Ma cos’é questa crisi?
Solo un pazzo può pensare di portare il Paese ad elezioni anticipate, in piena pandemia e, si spera, nel bel mezzo di una campagna di vaccinazione di massa, per di più alla vigilia del più grande finanziamento dell’Europa all’Italia. Solo la Meloni propone il voto subito, ma dubito che lo auspichi davvero. Solo un pazzo però può pensare che questo sia il migliore dei governi possibile. Che ci si muova dunque dentro questi confini. Renzi o ha una soluzione alternativa in tasca, personalmente me lo auguro, magari concertata col presidente della Repubblica, fondata sulla duplice disponibilità, di Mario Draghi a presiedere il nuovo governo, e delle opposizioni o a votarlo o ad astenersi (sui Cinque stelle e sulla loro disponibilità a rimanere nell’esecutivo, come conferma una frase esplicita di Di Maio, non nutro alcun dubbio, visto che i grillini considerano le elezioni alla stregua del Mostro di Lockness), oppure sarà costretto ad accontentarsi delle mediazioni. Solo l’ingenuo Calenda considera la crisi già aperta. Non conosce Conte che sarà disponibile a concedere tutto in cambio della sua permanenza a Palazzo Chigi. Da personaggio post politico qual’é, visto che non gli ha suscitato un solo fremito il passare da un’alleanza con la Lega a una col Pd (anche il mobilio del suo ufficio é rimasto identico), a lui non importa proprio nulla di rifare da zero il suo piano per il Recovery fund. Gli é assolutamente indifferente utilizzare i 37 miliardi del Mes oppure accontentarsi dei soli 9 messi a bilancio nella proposta Casalino. E non gli sarà difficile neppure raddoppiare o triplicare quella cifra, così come quella sul turismo e la cultura. Renzi, e anche il Pd, potranno così cantare vittoria. Anche la struttura, simile alle complicatissime geometrie delle falangi macedoni, sarà cambiata col placet dell’ineffabile avvocato-presidente. Se i tre della santissima, cioè lui stesso, Gualtieri e Patuanelli, vi sembran pochi aumenteranno con l’ingresso di un renziano, la Bellanova. E se il Parlamento non era previsto sarà previsto e i sei manager diventeranno sette o quattro e i trecento consulenti, già ridotti a cento, forse cinquanta. E se proprio dopo la verifica ci sarà un mini rimpasto si farà. Tutto questo fino a quando? Fino a quando il governo dovrà dar prova della sua efficienza e credibilità. Parlo della campagna di vaccinazione che in Italia é già prevista in ritardo rispetto ad altri paesi, non solo il Regno unito, ma anche la Francia e la Spagna che l’inizieranno nei primi giorni di gennaio, ma che dovrà mostrare un’organizzazione finalmente all’altezza del compito, altrimenti la credibilità del governo rischia di finire sotto zero, molto al di sotto degli 80 gradi necessari per contenere il vaccino Pfiffer. Parlo delle risorse del Recovery fund o Next generation.eu. I 209 miliardi non arrivano da soli, ma affiancati a molte condizionalità, quelle delle quali eran prive le risorse del Mes. E siccome 120 saranno a prestito (con interessi non inferiori a quelli del Mes) dovremo prevederli a debito. Ora, lasciamo perdere (ma fino a quando?) l’ammontare del nostro debito pubblico che si avvia a superare quello dell’Italia del primo dopoguerra (alla vigilia della marcia su Roma era al 160% del Pil), ma servono riforme e progetti che la Commissione richiede con una certa urgenza. Tra tutte quella della giustizia che mi pare sia tenuta ancora nei cassetti del ministro. Su questo il governo potrebbe cadere anche da solo. Senza Renzi e senza inciampi. Un governo che dovesse scivolare sul virus o sul Recovery sarebbe peggio di una crisi. E senza neanche un Conte tre alla porta. Da italiano non posso certo augurarmelo.
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