Renzi ha il vaccino Draghi?
Cerco di capire e di far capire quel che Renzi ha in mente. Partiamo innanzitutto dal giudizio sul governo Conte due, che pure lo stesso Renzi ha favorito dopo la crisi aperta da Salvini. Il bilancio complessivo del governo non é certo esaltante. Vediamo alcuni dati significativi. Sul piano sanitario il nostro modello, prevalentemente pubblico ma anche convenzionato e privato, non ha retto all’incursione di una imprevedibile e gravissima epidemia. La quantità di morti é, in percentuale alla positività accertata, la più alta d’Europa. Qualcuno sostiene che il numero dipenda dall’età elevata della popolazione colpita. Questo può valere nella prima ondata ma non nella seconda, dove la media si tiene addirittura sotto i 50 anni. Può essere che dipenda dai tagli dei governi precedenti, che hanno di fatto costretto alla soppressione dei piccoli ospedali, gravissimo errore, e al depotenziamento della sanità sul territorio. Resta il fatto che poco o nulla il governo ha predisposto per affrontare in tempo la prevedibile seconda ondata. Se non drammatizzarne le conseguenze e imporre lockdown e divieti quando é esplosa. E continuando a rifiutare perfino il Mes sanitario che ci consentirebbe di risparmiare, per 36 miliardi a zero euro di interessi (sono calcoli del ministro dell’Economia Gualtieri), ben 3 miliardi di euro in dieci anni. Se poi passiamo ai singoli provvedimenti non può sfuggire la dispersione nell’elargizione di bonus alcuni assurdi (monopattini, biciclette, banchi con le ruote, mobili ecc.) e la mancanza di proposte capaci di legare il debito cattivo, quello di parte corrente, col buono, cioè cogli investimenti che producono l’aumento del Pil. Prodotto interno lordo che, anche con le recenti correzioni, risulta il più basso dell’intera Europa, ma d’altronde tale era anche prima dell’epidemia. Il debito italiano, al momento, é invece il più alto, appaiato ormai anche a quello greco, e ammonta a oltre il 160 sul Pil. Esattamente lo stesso che rese popolare la marcia su Roma nel 1922 e la ricerca dell’uomo della provvidenza. Lasciamo perdere le gaffes sulla giustizia del ministro Bonafede e sulla politica estera del ministro Di Maio, compresa quest’ultima, in comproprietà col primo ministro, di genuflettersi al generale Haftar, partendo dall’elogio dei gilet gialli. Adesso non si può sbagliare più e alla vigilia della presentazione del Recovery plan c’é da chiedersi se questo sia il migliore dei governi possibili. Certo il piano, già in qualche misura ipotizzato dal Comitato Colao, oggi dimenticato, poi impeluccato alla passerella del Parco dei principi e infine scritto, molto male, dal mitico Casalino con tanto di cifre da inserire nel bilancio del 2021, per le modalità scelte e per il suo contenuto fa venire i brividi. Per la sanità solo 9 miliardi, per la cultura e il turismo quasi nulla, per i giovani tre parole. Quello che l’Europa, giustamente, pretende, e cioè riforme e piani specifici, estremamente dettagliati, praticamente non esiste e cosi si rischia di perdere il più grande finanziamento europeo che, al contrario del Mes, é pieno zeppo di condizionalità. Dunque l’altolà di Renzi a me pare giustificato e condivisibile. Così come condivisibili mi paiono le sue proposte di contenuto. Il problema é come saltarci fuori. Escludo che Renzi sia uno sprovveduto e pensi di salvarsi con un semplice rimpasto o con un Conte tre. Sarebbe la sua definitiva, inesorabile eclissi politica. Le soluzioni che mi paiono alle porte sono solo due. O il ritiro immediato della delegazione di Italia viva dal governo e la disponibilità a un appoggio esterno condizionato (ammesso che questo basti per salvare il governo), oppure il gioco della carta col jolly, ma bisogna vedere se esiste davvero. E questa implica almeno tre condizioni essenziali. La prima é l’appoggio del presidente della Repubblica che del resto ha manifestato più volte la sua preferenza per un governo di unità nazionale, la seconda é la disponibilità di Mario Draghi a presiederlo, la terza é la coincidente disponibilità del Pd, del Movimento Cinque stelle, ma anche di Forza Italia e almeno della Lega a fornire qualche forma di appoggio. Se ci pensiamo bene nessuna di queste forze ha troppa fretta di andare alle elezioni. Il Pd perché é consapevole che con questa legge elettorale consegnerebbe il Paese, e il nuovo presidente della Repubblica, in mano al centro-destra, i Cinque stelle perché, col combinato disposto del dimezzamento previsto della loro percentuale e della riduzione del numero dei parlamentari, il 60-70% degli attuali eletti resterebbe a casa, Forza Italia perché non vede l’ora di appoggiare un nuovo governo e anche la Lega, perché, come sostiene Giorgetti, Salvini ha bisogno di un passaggio istituzionale per accreditarsi in Europa e perché anche il calcolo tra aumento, che oggi pare più limitato, della percentuale leghista e taglio dei parlamentari non risulterebbe attivo. Dunque? Quello di Renzi é davvero un azzardo o non é un azzardo quello di chi, come la Meloni ma anche Franceschini, sostiene che dopo Conte c’é solo il voto? Staremo a vedere. Ma se oltre al vaccino Pfiffer alla fine venisse alla luce anche il vaccino Draghi? Sarebbe per l’Italia una nuova opportunità…
Leave your response!