Ciao Gio
Adesso che te ne sei andata per sempre, carissima Gio, ti voglio ricordare per quello che sei stata: un’esplosione di vitalità, una bomba di generosità, una manifestazione del più incredibile e debordante altruismo. Un eccesso di buone virtù. Per me sei stata la mia segretaria e l’amica, la collaboratrice che mi forniva anche il numero dell’idraulico, se serviva. Perché uno che é vissuto nel mare agitato della politica rischia di avere la testa nel mondo delle nuvole. E sei diventata amica della mia famiglia. Mi hai accompagnato nei momenti più felici e in quelli più drammatici. Ci sono persone che scompaiono e prima o poi si dimenticano. E’ la legge della vita. Dimenticare la Gio sarà difficile per tutti quelli che l’hanno conosciuta. E in città tutti la conoscevano. Il nostro primo incontro fu casuale, presentati da un amico comune. Poi il tuo fidanzamento e le nozze col mio più caro amico, Fabrizio, e le partite di calcio vissute assieme (eri stata sposata con un calciatore di serie A) e infine la frequentanzione al partito, quando tu lavoravi ancora al Borsettificio Mirella di via Toschi. Poi, dopo la mia elezione al Parlamento, la tua collaborazione intensa, costante, difficile per uno col mio carattere che pretendeva che tu fossi disponibile a lavorare anche di sera tardi se serviva e di domenica se era utile. Nessun’altra poteva sopportare d’essere svegliata alle due di notte per correggere un foglio di una relazione da leggere l’indomani. Grazie Gio, anche per quei giorni tremendi quando la magistratura teneva d’occhio il Psi e ti ritrovasti dai carabinieri senza sapere perché e io mi arrabbiai perchè in ufficio non era rimasto nessuno. Grazie Gio per avermi tenuto la mano nel momento più drammatico della mia esistenza. Ti sono debitore di un brava che non ti ho mai detto. Ma tu non sei stata solo brava. Sei stata insostituibile. E lo sarai per sempre nel mio cuore. A Fabrizio, alla figlia Cinzia, al nipote Federico un caldo e forte abbraccio. Mauro
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