Droga e politica
Cerchiamo di capire meglio. Questo Luca Morisi, braccio destro di Salvini, suo guru informatico, un po’ come Rocco Casalino lo è stato dei Cinque stelle e dello stesso Conte, é stato trovato dalle forze dell’ordine in possesso, in casa sua, nella campagna veronese, di due grammi di cocaina. Poco prima due giovani rumeni, bloccati nelle vicinanze in auto, erano stati perquisiti e trovati in possesso di un flacone liquido (droga dello stupro?) che gli stessi hanno confessato essere loro stata ceduta da Morisi. Cosa ci sia di illegale e cosa solo di immorale in questo episodio dovrebbe essere la magistratura ad accertarlo. Con giorni di ritardo si comprende la motivazione delle dimissioni di Morisi da spin doctor di Salvini. Certo viene spontaneo rimarcare la posizione cosi inflessibile della Lega sulla tossicodipendenza e il livore che nel blog leghista di Morisi, definito non a caso La Bestia, promanava qualsiasi indagine giudiziaria che investisse un avversario. E Renzi, che di questa campagna é stato vittima, non ha fatto male a ricordarlo. Se si fa eccezione per alcune note stonate dei Cinque stelle tutti i partiti hanno usato cautela nell’esprimere opinioni sul caso Morisi. Anche i magistrati, per la verità, sono apparsi molto prudenti. Non è neanche chiaro se sull’intera vicenda si ravviseranno reati. Viene infatti escluso lo spaccio, potrebbe restare in discussione la detenzione illegale di stupefacenti. Ma questa non é punibile penalmente se ritenuta ad uso personale e la Corte ha precisato che non sia punibile nemmeno se superi di poco la soglia consentita. Vedremo. Certo il clamore per la vita privata di Morisi che organizza un festino con giovani rumeni e consuma con loro cocaina e forse altro si presta a più di uno scoop mediatico. Ma un conto é il peccato, o supposto tale, e altro il reato. D’altronde é stato giusto non mischiare, neanche quando Grillo si é assunto la paternità della sua difesa a spada sguainata, il supposto stupro, a cui avrebbe partecipato il figlio del fondatore dei Cinque stelle, con la politica. Naturalmente lo scompiglio in casa leghista é notevole e si somma al confronto, non voglio dire scontro, tra il movimentismo di Salvini e il governismo di Giorgetti. Quest’ultimo, dando per scontato il prevedibile insuccesso dei candidati del centro-destra alle elezioni, ha contestato, sia pur non direttamente, l’autorevolezza di qualche candidato sindaco. Per quanto riguarda noi, socialisti e liberali, non abbiamo proprio nulla da rimproverarci. E tanto da insegnare. Non abbiamo mai approfittato degli incidenti personali in casa altrui, molti lo hanno fatto in casa nostra, per tentare di sconfiggere un avversario. E questa posizione ribadiamo in vista delle imminenti elezioni. Risultati elettorali condizionati da inchieste giudiziarie falsano il giudizio dell’elettorato che mai come questa volta deve invece essere libero.
Leave your response!