Uno sciopero contro chi e per cosa?
Com’è stato deciso, e come difficilmente verrà modificato nonostante tentativi estremi di mediazione, la Cgil e la Uil , ma non la Cisl, effettueranno uno sciopero generale di otto ore il 16 dicembre. I motivi sono difficilmente comprensibili. Pare che la causa scatenante sia stata la bocciatura in Consiglio dei ministri della proposta avanzata dal ministro Franco di utilizzare il mancato, e transitorio, taglio fiscale dei redditi superiori ai 75mila euro per compensare l’aumento delle bollette per i redditi più poveri. Così come impostata pareva anche a me una proposta difficilmente contestabile e invece il centro-destra, ma anche Italia viva, si sono ribellate e l’hanno cassata definendola una patrimoniale di fatto. L’economista socialista Nicola Scalzini ha spiegato bene come in effetti stanno le cose. Scalzini ha definito la proposta “una solidarietà temporanea, di importo irrisorio. Si trattava di aggiungere 300 milioni alla cifra stanziata di 3.500 miliardi. Cosa che si poteva fare arrotondando una qualsiasi voce di bilancio”.In effetti più che risorse per i poveri (sarebbero stati pochissimi euro) si trattava di un movimento simbolico, di carattere politico (togliere ai ricchi e dare, quasi nulla, ai poveri) che poteva essere utilizzato dal sindacato come sua vittoria. Il sindacato però dovrebbe fare gli interessi di chi rappresenta. E i lavoratori chiamati a uno sciopero di otto ore ci rimetteranno 50-80 euro del loro stipendio che sono molto di più di quello che alcuni di loro avrebbero intascato con la proposta bocciata. Per quanto riguarda la manovra fiscale complessiva non si può che rimarcare che i contribuenti fino a 15mila euro lordi non pagheranno nulla, quelli tra i 17mila e i 19mila avranno un risparmio che oscilla tra i 376 euro e i 409, quelli dai 19mila ai 28mila avranno un alleggerimento che va da 207 a a 338 euro, la fascia che va da 29mila a 38mila avrà un risparmio che passa da 137 a 205. Questo calcolando lo sconto Irpef e quello dei contributi. Non si può dire che la manovra sia a vantaggio dei redditi alti come viene sostenuto. Poi bisognerebbe parlare chiaro sui cosiddetti redditi alti. Aggiunge Scalzini: “Nessuno ricorda che un dirigente che porta a casa poco più di 3mila euro (5mila lordi) per ogni cento euro di un eventuale aumento ne riceve 47 circa in busta paga dopo che l’aliquota del 43% scatta appunto ai 5mila euro. Non ha detrazioni, non ha assegni famigliari, paga il ticket e non trova posto all’asilo nido, non ha bonus di vario genere perché è considerato ricco”. Non si comprende poi quali siano gli obiettivi dello sciopero. Ci sono da discutere ben 731 emendamenti segnalati alla commissione Bilancio del Senato, dalla rimozione del tetto Isee per il Superbonus all’esenzione Iva per le associazioni del terzo settore, dal fondo dell’Ecobonus per l’acquisto di autoveicoli alla nuova norma degli operai edili che prevede l’abbassamento dei requisiti di anzianità contributiva. Attendere come andrà a finire non sarebbe stato più saggio?
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