Il bis
Non siamo un paese sudamericano in cui può succedere di tutto. Ma, a parte l’alta considerazione che la Belloni merita, hanno fatto bene i nostri Nencini e Maraio a rigettare la proposta ancora prima che venisse formulata. E ha fatto bene Matteo Renzi a contrastarla efficacemente per primo. In molti escono sconfitti da questa penosa e asfissiante querelle. Che non è stata tale per il numero di votazioni richieste, molte di più ne sono servite a eleggere nel 1992 Scalfaro e ancora di più per eleggere Leone nel 1971. L’immagine che ne esce profondamente logorata é quella di una classe politica che meriterebbe di stare tutta dietro la lavagna con poche eccezioni. Di fronte a noi sta lo sfascio del bipolarismo imposto da leggi elettorali che non solo non hanno saputo diminuire la frantumazione politica, ma l’hanno vieppiù favorita e incrementata. Oggi nel Parlamento della Repubblica italiana convivono ben 15 gruppi parlamentari contro i sei, sette della cosiddetta Prima Repubblica. Escono sconfitti Salvini e la Meloni, che avevano l’ambizione, che si scontrava con l’aritmetica, di eleggere un presidente di centro-destra e hanno finito per umiliare la seconda carica dello stato. E per rompere (vediamo se sarà definitiva la rottura) con Forza Italia che ha rivendicato un ruolo autonomo. Esce sconfitto il centro che aveva scommesso su Casini e sulla possibilità di fungere da mediatore tra i due poli. Esce sconfitta la sinistra che non ha mai proposto un candidato, se non il signor Sediamoci, come ha rilevato beffardamente l’onorevole Fratoianni. Ed escono sepolti i Cinque stelle, che si sono rivelati un gruppo inaffidabile che prima sottoscrive un patto d’unità d’azione con Pd e Leu e poi lancia una candidata con Salvini. Caro Enrico, non c’é da star sereni quando si tratta con Conte. Speriamo che il Pd impari la lezione. Adesso siamo pronti a celebrare il bis. Che sarà, forse, breve. Per permettere a Mario Draghi di ultimare i lavori del suo governo e poter succedere a Mattarella tra un anno e mezzo. A meno che non ci siano nuovi colpi di scena, in un’anteprima del Festival piuttosto desolante.
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